Il “Non voto” ingrossa altre percentuali ▷ Borgonovo: “Se lo scrive Repubblica mi viene un dubbio”

Le elezioni europee sono alle porte, il parlamento europeo sarà rinnovato. ma molti italiani sembrano intenzionati a disertare le urne. La sfiducia nei confronti della politica è sentimento diffuso, l’impressione che il voto non possa decidere nulla nel concreto serpeggia tra molti cittadini. Trappole nelle quali non bisogna cadere secondo Fabio Duranti che lancia una provocazione: “Lunedì avremo risolto tutto perché, come dicono tanti, ‘basta non andare a votare’. Quindi domenica ci ritroveremo con l’Unione Europea che si vedrà finita, perché non comanderanno più queste grandi élite. Avremo la soluzione in tasca secondo queste persone non andando a votare”.

Sulla stessa linea d’onda Francesco Borgonovo: “Non è che io sia un entusiasta del voto, sinceramente tra tutti quelli che ci sono, quelli che per cui mi entusiasmo sono davvero pochi. Detto questo però, come dici tu mi faccio venire qualche sospetto, quando Repubblica in prima pagina mi sbatte il fatto che voteranno meno persone… Allora dico, sta a vedere che a qualcuno conviene che le persone non vadano a votare. Mi sembra di un’ingenuità quasi ridicola. l’idea che se il 50% delle persone non vanno a votare l’elezione perda di senso. Semplicemente non succede. Se ne fregano, cioè se va a votare il 30% della popolazione, se ne fregano, basta, gli fate un favore. Poi non è che cambia tutto quel voto, anche perché la partecipazione politica si dovrebbe fare sempre, non solo nel momento di andare a votare”.

Anche Savino Balzano non ha dubbi sulla scelta da fare nel prossimo weekend: “Io penso che non votare sia sempre un errore, che la politica fondamentalmente non solo non si preoccupi dell’astensionismo a dispetto dei proclami, ma che anzi lo auspichi, perché fondamentalmente l’astensione significa minore controllo, significa minore partecipazione da parte dell’opinione pubblica e dei cittadini, E dunque chi detiene il potere può esercitarlo non ascoltando altre voci, altri punti di vista, non sottoponendosi al controllo. Io sono sempre comunque per il voto e sono d’accordo sul fatto che quando Repubblica fa un titolone del genere, difficilmente lo fa in maniera disinteressata. Dunque, non per essere complottisti, ma senza saperne leggere né scrivere, io a votare ci andrei“.