L’ ennesima cantonata di esperti e giornali sui Titoli di Stato è stata smentita dalla realtà

Oggi parliamo dei titoli di Stato italiani perché, come sapete, ormai da tanti anni si dice che l’Italia è un brutto Paese e che gli investitori non hanno fiducia nel nostro Paese. Quante volte avete sentito queste cose? Il Ministero dell’Economia nel 2024 ha dato via ad una eccezionale performance di emissioni di titoli pubblici di Stato italiani, orchestrata attraverso un sindacato di banche. Cosa vuol dire? Un’organizzazione di banche, tra cui la fidata banca Monte dei Paschi di Siena, che come sapete ha un legame particolare con l’ente pubblico, hanno collocato dei titoli per circa 15 miliardi. Una cifra relativamente modesta, perché la domanda è stata di 10 volte tanto, una domanda di 155 miliardi.

Ma allora non è vero che il nostro Paese non piace. Perché se non ti piace un’automobile e poi ci sono dieci volte la richiesta di quell’automobile rispetto alla produzione di quell’automobile, voi capite che quell’affermazione è priva di fondamento. Vuol dire che al mercato quell’automobile piace. Ecco io, scusate, cerco di interpretare l’economia in modo tale da renderla semplice per tutti. Quindi sembrerebbe che le obbligazioni di Stato siano davvero l’ultimo grido degli investitori, cioè l’automobile che piace di più, considerando che hanno piazzato un BTP, cioè un buono del tesoro pluriennale italiano, a 7 anni con un rendimento lordo del 3,55% e un buono del tesoro pluriennale a 30 anni addirittura con un rendimento lordo del 4,51%. Allora perché accontentarsi di meno?

Quindi i timori degli investitori, alimentati da delle presunte analisi, come voi sapete, nell’ottobre scorso dei famosi analisti internazionali, sono stati rapidamente smentiti, lasciando sul terreno oltre 100 punti base di rendimento sul BTP decennale, cioè circa l’1%. Ma se noi leggiamo i giornali economici come Sole 24 Ore, Milano finanzaCi accorgiamo che invece il mercato si fida dell’Italia cioè gli investitori come dicevo investono nell’Italia ovviamente dicono i commentatori finché l’Italia riesce a mantenere un equilibrio tra la crescita economica e il contenimento del debito Il problema è che dobbiamo spingere sulla crescita economica, secondo me, più che sul contenimento del debito, anche perché i due fattori sono strettamente collegati in economia.

Insomma un buono del tesoro pluriennale con delle prospettive di inflazione attuale al 4% viene ritenuto dai mercati economici un affare appetibile e interessante. Ecco perché gli investitori comprano ed ecco perché il risparmio privato sa dove investire a dispetto di tutti gli analisti finanziari più o meno indipendenti, tra cui le grandi società di rating. Buona economia umanistica!