“L’AS Roma annuncia che José Mourinho e i suoi collaboratori tecnici lasceranno il Club con effetto immediato”. Si chiude con queste parole apparse sul sito ufficiale della Roma l’avventura di Josè Mourinho nella capitale. La decisione inaspettata nei tempi e nelle modalità è stata presa dalla dirigenza, scontenta dei risultati ottenuti in questa stagione dal tecnico portoghese. Così come il suo arrivo, anche il suo addio arriva con tempi e modalità repentine. Resta da capire chi potrà essere l’uomo che allenerà i giallorossi da qui in avanti.
Stefano Agresti commenta a caldo la notizia: “Sorprendente ma fino a un certo punto. Settimana scorsa avevamo detto Muorinho resta, però vediamo Milano. Lo dicevo ieri aspettiamo perché i Friedkin non sappiamo come ragionano e non parlano con nessuno. Un grande atto di coraggio della società, come quando hanno preso l’allenatore portoghese o quando hanno preso Dybala. Vedremo se hanno già una soluzione pronta per il futuro della panchina giallorossa”.
“Ha fallito dove doveva essere leader”
Il direttore Ilario Di Giovambatista pone l’attenzione sul punto di vista della società: “Mourinho ha fallito lì dove pensavamo fosse un grande leader. Quando ha commesso passi falsi ha cominciato ad attaccare i suoi calciatori e anche la società. I Friedkin sono stati coraggiosi perché hanno mandato via l’idolo dello stadio, ma hanno investito un miliardo in questa società. Se l’è un po’ cercata”.
Nell’avventura del tecnico portoghese a Roma sono stati fondamentali i tifosi, molti dei quali ancora legati alla figura di Mourinho. un aspetto che per Roberto Pruzzo è stato determinante: “Finché Mourinho riusciva a tenere vivo il fuoco dei tifosi e dei suoi calciatori allora poteva tenere, quando è venuto meno anche questo presupposto allora probabilmente cambiare è la scelta giusta“.
Dall’altro lato però c’è una società che, per Furio Focolari, non ha apprezzato tante mosse del proprio allenatore: “La società non era contenta della panchina della Roma, la cosa è precipitata per le ultime sconfitte ma Mourinho paga anche quella che è la sua forza: la comunicazione. Perché alla società la comunicazione del portoghese non piaceva, un esempio su tutti le parole post derby”.