Attentato alla tomba di Soleimani: si chiama in causa l’ISIS

In Iran si è verificato un tremendo attentato sulla tomba di Soleimani, l’eroico generale emblema della resistenza iraniana contro l’imperialismo a stelle e strisce. Or dunque Soleimani venne ucciso barbaramente dagli Stati Uniti d’America di Trump nel 2020 e il fatto che vi fosse Trump al governo dovrebbe peraltro indurre a una revisione del giudizio, quanti vanno sostenendo che l’America con Trump resta nei propri confini ed è avulsa da ogni imperialismo. La verità è che gli Stati Uniti d’America, sia che vi sia Trump, sia che vi sia il peggiore Joe Biden, restano una potenza imperialistica.

Ebbene, più di 100 persone hanno perso la vita nell’esplosione terroristica sulla tomba del generale Soleimani. Non è chiaro, almeno per ora, chi siano i reali responsabili di questa orribile vicenda. Da più parti, tuttavia, si chiama in causa l‘ISIS come reale responsabile.

Chi sia l’ISIS, chi lo finanzi, quali siano le sue reali origini, per conto di chi operi, resta, in effetti, un enigma. In ogni caso, l’ipotesi dell’ISIS non mi pare del tutto convincente. Partiamo dal presupposto per cui l’Iran è nel mirino dell’Occidente liberale atlantista già da tempo.

Non ho prove a suffragio della tesi secondo cui sia stato l’Occidente a produrre questo attentato, sia chiaro, e tuttavia mi pare fuor di discussione il fatto che l’Occidente liberale atlantista già da tempo nutra una vera e propria idiosincrasia nei confronti dell’Iran. I quotidiani aziendali in Italia continuano ormai da mesi a fare propaganda a senso unico contro il governo iraniano, qualificato come teocratico e repressivo. Gli stessi quotidiani aziendali poc’anzi evocati invocano a passo spinto una ridicola rivoluzione arcobaleno dei costumi che porti l’Iran tra le braccia dell’Occidente e della sua liberalizzazione nichilistica dei consumi e dei costumi.

Detto altrimenti, l’Occidente vorrebbe una Velvet Revolution che portasse l’Iran fuori dall’orbita della resistenza all’Occidente imperialistico e che ne facesse magari una semplice colonia di Washington. L’Iran, va detto, è particolarmente sgradito all’Occidente liberal-atlantista non solo in ragione del fatto che è una potenza sovrana sul piano economico, monetario e geopolitico e anche militare, diciamolo pure, ma anche in ragione del fatto che l’Iran, che Dio lo benedica, si pone come fieramente disallineato rispetto all’imperialismo di Washington e di Israele. Come sappiamo, l’Iran non soltanto non è allineato al Washington Consensus al quale resiste, ma sta in tutti i modi provando a stringere rapporti sempre più stretti con la Cina e con la Russia.

Con questo non intendiamo certo sostenere, lo ribadisco, una cosa di cui non abbiamo le prove, cioè che la colpa di questo attentato sia da ravvisarsi nell’Occidente nichilista. Diciamo però, senza tema di smentita, che siamo massimamente solidali con l’Iran e con il suo popolo. Abbiamo forti speranze che l’Iran, insieme con la Russia di Putin e con la Cina di Xi Jinping, possa realmente contrastare l’orrenda globalizzazione imperialistica e nichilistica della civiltà dell’hamburger e delle sue ridicole colonie, tra cui naturalmente in primo piano vi è quell’Unione europea che esiste soltanto come espressione geografica e come presenza statunitense nel vecchio continente.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro