L’ecomostro sarà l’ennesimo abuso politico sul paese ▷ Michetti: “Stanno demolendo la costituzione”

Su fatti di rilevanza nazionale come l’ecomostro che arriverà a Roma ci siamo tornati più volte. A questo giro, però, la riflessione è ben più ampia, si riflette proprio sull’atteggiamento dei governi e delle istituzioni nei confronti di decisioni che potrebbero cambiare la storia del nostro paese. Quanto conta l’interesse economico rispetto a quello sociale e ambientale? Fino a che punto la classe politica è disposta a spingersi e fino a che punto la stampa è disposta a restare in silenzio per soddisfare i propri interessi e coprire quelli di una classe dirigente che non bada al bene comune?

Ho notato che spesso i governi” ha commentato Enrico Michetti, “si sostengono perché devono garantire alcune cose poco pulite. Mi spiegheresti perché oggi assegniamo poteri commissariali, cioè poteri da dittatore, senza consultare nessuno, soprattutto in materia ambientale? In ambito ambientale e nella tutela dei beni culturali, non è possibile derogare alla legge e concedere tali poteri commissariati. Questa è una violazione massiccia del nostro regime costituzionale, dove potremmo invece optare per la creazione di centinaia di biodigestori a emissioni zero e senza movimentare i rifiuti, simili a quanto avviene a Copenhagen. Purtroppo, ora tutta l’immondizia di Copenhagen ha trasformato la città in un enorme deposito di rifiuti. Il novanta per cento dei rifiuti che arrivano a Copenhagen proviene da altre parti, poiché hanno aumentato la raccolta differenziata al settanta per cento e non necessitano più di un enorme inceneritore da cinquecentosessantamila tonnellate. Il porto di Copenhagen è diventato un luogo dedicato all’immondizia, e le strade sono piene di camion che trasportano rifiuti. Questo non succedeva a Roma. L’ambiente richiede che i rifiuti vengano smaltiti vicino al luogo di produzione“.

Perché noi, dunque, siamo costretti a subire passivamente le decisioni della politica? Perché non potremmo prendere esempio da paesi come la Svizzera? Lì c’è un sistema diverso, ci sono referendum propositivi che possono essere proposti da piccole formazioni anche, tra l’altro, e dove il popolo si esprime. Quindi il politico è sempre un po’ sotto giudizio, se vogliamo, deve fare le cose per bene. Non è un territorio di spartizioni. Qui ormai la politica è territorio di spartizioni totali, di lobby. Entri in un mondo che è un altro mondo rispetto a noi che andiamo a fare spesa al supermercato tutti i giorni. Noi siamo schiavi e questo lo certifica anche il fatto che non vediamo mai il nostro massimo rappresentante intervistato da giornalisti dissenzienti che gli fanno domande diverse e gli chiedono conto delle leggi che firma o delle cose che non vanno. Mai sentito. Cosa cambia da un dittatore? Cioè ditemi cosa cambia! Discorso unilaterale. Non c’è un gruppo di giornalisti, anche che non la pensano come lui, che gli fanno domande anche scomode. Mai.” ha concluso Fabio Duranti.