Arrivano a scuola i libri contro il senso critico ▷ “Attribuiscono ai complottisti problemi mentali”

Cercano di soffocare il senso critico addirittura dai libri di testo che vengono inseriti nelle scuole”. Questa la denuncia di Fabio Duranti che spiega: “Ci sono libri proprio con lo schemino carino, i disegnini carini che avvisano: attenzione perché vi dovete difendere dal complottismo. E secondo questi propagatori di verità assolute, qual è la base del complottista? Il complottista, secondo loro, ‘banalizza le cose complesse’. Quindi state attenti al complottista. Ora, innanzitutto complottista è quello che i complotti li fa, non quello che cerca di scoprirli. Cioè, se c’è uno che mi fa una supercazzola e mi dice che oggi a Roma sta piovendo perché glielo dicono i dati, le cose, tira fuori i numeri, anticicloni, immagini satellitari eccetera eccetera, poi io mi affaccio, c’è il sole ti dice ‘no, tu stai banalizzando, sei un complottista, lascia stare’. Ecco. Non è questo anche un modo per abituare le giovani menti ad evitare di avere un parere, ad evitare di avere un senso critico? Perché è ovvio che il senso critico cerca di semplificare la soluzione, perché l’uomo questo fa”.

Il problema per Meluzzi ha profonde radici che riguardano tematiche economiche: “Gli esemplificatori sono coloro che tendono a fornire di tutte le cose una spiegazione semplice che è quella legata al mantenimento dei loro profitti e del loro potere, punto. C’è un solo attrattore nel loro caos ed è questo, questo per sgomberare il campo. in quel ridicolo articolo che ho letto con attenzione, loro poi attribuiscono al complottista anche delle caratteristiche diciamo così neurologiche, neuropsichiatriche, cioè il complottista sarebbe uno che come dire sfida la verità del mainstream perché ha un cervello narcisista, ha un cervello come dire con certe zone dell’emisfero temporale troppo sviluppate, è troppo aggressivo, non si adegua al gregge, non si allinea, insomma è una specie di pecora nera e quindi come tale andrà progressivamente isolato perseguitato e neutralizzato. Il problema vero è che mi permetto di passare a una mia considerazione di tipo autobiografico. Quello che stupisce di più in questa vicenda, che è di per sé abbastanza normale, cioè che i delinquenti facciano i delinquenti e che cercano di dire che le persone oneste sono matte, è evidentemente una cosa che credo faccia parte della storia di sempre. Ma quello che più impressiona è il fatto che la corrente politico-culturale che sostiene questo mondo qui e che tutto sommato, se volete attribuirne un aggettivo, è quella della sinistra progressista, è quella corrente culturale che soltanto 30-40 anni fa, sosteneva Franco Basaglia, che voleva chiudere nel nome della complessità i manicomi, nei quali si finiva per delle logiche piuttosto esemplificate e piuttosto complottiste per davvero”.