Spinta ai vaccini nelle Rsa: Frajese avverte ▷ “Nuovo studio allunga i tempi della Spike nel corpo”

Finisce l’estate e quello che pare avvicinarsi è una spruzzata di Covid-ansia, per citare Giorgia.
Perché? L’arrivo delle nuove varianti Eris e Pirola è riportato in Italia da tutto il mondo dei media come la variante “diversa rispetto alle aspettative”. “I contagi stanno aumentando”, ci tengono a specificare a gran voce. Eppure, a sorpresa, anche lo stesso Matteo Bassetti replica, il che è tutto dire: “Sono alquanto perplesso della cattiva informazione che fanno alcuni giornali sul tema del Covid.
Non è assolutamente vero che Eris attacca i polmoni e che Pirola è super contagiosa“.
Una considerazione che però sembra comunque aver scosso gli animi.

Proprio qualche giorno fa parlavamo in diretta con Francesco Borgonovo di un caso scovato da La Verità: al centro dell’attenzione i vaccini nelle Rsa. Vaccini che, stando a quanto riportato dal quotidiano, sarebbero stati somministrati sotto forma di richiamo agli anziani residenti nelle strutture, nonostante l’obbligo vaccinale sia estinto da tempo. Vaccini che poi, ritornando alle nuove varianti sopracitate, non sarebbero stati nemmeno quelli “aggiornati”.

Nella gerarchia di valori del mondo in cui noi siamo la vita dell’anziano in RSA non interessa molto a nessuno“, cerca di trovare una spiegazione lo psicoterapeuta Alessandro Meluzzi.
Siccome quelle dosi sono state già comprate, bisognerà che qualcuno se le faccia, secondo loro“.
Ma a proposito di vaccini, è l’endocrinologo Giovanni Frajese a riportare nuove informazioni in merito da non sottovalutare.
La complessità dell’intervento farmacologico, man mano che passa il tempo e gli studi escono, assume dei contorni che diventano sempre più complessi. Ci sono anche altre tracce adesso che iniziano a dire che la Spike sembrerebbe permanere all’interno del corpo più a lungo del previsto. Prima si sapeva che erano almeno 60 giorni. In un altro studio adesso dicono che la Spike sia ancora presente dopo 180 giorni“.