“Paraguay, da terra di fuga per nazisti a paradiso per i tedeschi no vax”. L’ennesimo articolo di Repubblica che suscita polemiche nel giro di pochi giorni. Dopo i “lanzichenecchi” di Elkann l’accostamento ardito viene fatto riportando un lavoro di Der Spiegel “che ha incontrato a Colonia Indipendencia vecchi e nuovi coloni per capire perché il Paese continui ad esercitare questa attrazione”.
Ma il paragone non è il solo punto caldo dell’articolo. “Negli ultimi tre anni“, continua, “il Paraguay è stato tristemente invaso da migliaia di tedeschi no vax che hanno cercato rifugio nel Paese sudamericano“.
Toni manichei, quelli che leggiamo, che quasi fanno rivivere momenti di restrizioni pandemiche, nei quali la narrazione era molto simile, ma quasi sempre impunita.
Poi il finale col botto: “Il Paraguay continua a esercitare un’attrazione irresistibile su fuorilegge e feccia bruna“.
“L’autrice deve essere denunciata immediatamente dall’ambasciata paraguaiana“, commenta senza mezzi termini lo psichiatra Alessandro Meluzzi, “mandiamo alla comunità mennonita, all’ambasciata e al consolato generale di Roma e Milano questo schifo pubblicato per imporre un credo che si sta rivelando fallimentare“.
I toni e lo sfogo sono legati anche alla storia personale di Meluzzi, “ci sono comunità protestanti in Paraguay che fanno cose meravigliose. E’ gente pacifica, buona, che non ha nulla a che vedere né coi nazisti né con la feccia bruna, né con i fuorilegge“.
“Sono pronto a firmare, come ex console, la denuncia“.
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