Dopo Green pass e Covid ritorna Figliuolo: il retroscena sulla nomina, spunta la mano di Draghi

Se fosse una pellicola cinematografica il suo titolo sarebbe “Essere più realisti del re”. Così pare potersi sintetizzare quest’anno scarso della destra bluette di Giorgia Meloni. Un governo che si presenta come la continuazione peggiorativa del precedente governo di Mario Draghi. Che vi sia una continuità evidente è per altro ammesso per fino dal rotocalco turbo mondialista Repubblica. Il rotocalco dedica infatti un articolo nei giorni scorsi in cui Giorgia Meloni si circonda di draghiani doc, da Figliulo a Panetta, passando per Cingolani.

L’articolo è preciso nel sottolineare la continuità di questo governo da quello precedente. Ci ricordiamo quando Crosetto si riferiva direttamente a Draghi per le riforme del governo. Addirittura sulla pagina instagram di Galeazzo Bignami si reca vanto di aver nominato il Generale Figliulo, che ora diventa commissario per l’emergenza dell’Emilia Romagna dopo aver gestito l’emergenza epidemica.

Era lui il generale pennuto che aveva gestito la questione delle benedizioni obbligatorie con il santissimo serio mediato dal ricatto dell’infame tessera verde. Si disse che Figliulo aveva il compito di stanare casa per casa chi si rifiutasse. Si sono riempiti la bocca con la parola patria per poi trovarsi a fare peggio di Mario Draghi come subalternità ai mercati, all’Unione Europea e all’Atlantismo. Un governo il cui sempre vantato patriottismo si è rivelato essere di cartone.

Forse che gli elettori non si sono accorti che il governo di Giorgia Meloni sta tradendo tutto le proprie promesse elettorali? Forse che gli elettori hanno già dimenticato quando Giorgia Meloni diceva che l’Italia non avrebbe mai accettato il Mes? Un poco alla volta si diventa ciò che si combatteva ed è ciò che è accaduto e sta accadendo al governo di Giorgia Meloni.