Dietro la legge UE per la natura si nascondono i presupposti di nuovi lockdown, stavolta green?

Il Parlamento dell’Unione Europea ha recentemente votato a favore di una legge che prevede il “ripristino della natura“.
Si tratta di una formula volutamente ambivalente, buona senz’altro a generare immediato e facile consenso e insieme, forse, a occultare i contenuti reali dietro questa etichetta nobilitante. A tutta prima sembra una di quelle diciture rispetto alle quali non si può che essere d’accordo. Chi potrebbe infatti essere contrario alla tutela della natura e, ove essa sia stata compromessa, al suo ripristino?
Chi davvero potrebbe potrebbe dirsi contrario alle ragioni dell’ambiente e della natura, vale a dire della nostra casa umana, del luogo privilegiato, del nostro ricambio organico con l’ambiente, come scriveva Marx.
E tuttavia, come sottolineava Goethe, “il diavolo si nasconde nel dettaglio“.

In questo caso il dettaglio sta proprio nella voluta vaghezza della formula impiegata: “ripristino della natura”.
Una formula vaga, utilizzata ad arte dal Parlamento europeo per generare confusione e consenso.
In particolare, infatti, questa formula isotopica potrebbe essere impiegata, ed è una nostra ipotesi, per imporre la svolta verde nei consumi a tutti i cittadini europei. Dunque per favorire una volta di più il business plan dei gruppi dominanti del padronato cosmopolitico, i quali usano financo l’ambiente come fattore di business, cercando le fonti rinnovabili del loro profitto.

Ancora, la formula vaghissima del ripristino della natura potrebbe essere impiegata a mo’ di scudo per giustificare e legittimare misure liberticide che, nel nome della difesa dell’ambiente, limitano le nostre libertà e magari introducono anche misure disciplinari simili a quelle già sperimentate sulla nostra pelle nel tempo dell’emergenza pandemica.

Queste e altre considerazioni debbono indurci a essere guardinghi, a tenere sempre altissimo il livello del pensiero critico, acciocché si eviti di giubilare proprio quando si apre un nuovo scenario inquietante e magari anche palesemente orwelliano.
Ecco perché, al cospetto del giubilo generale intorno alla formula del ripristino della natura, vogliamo mantenere un atteggiamento critico. Non perché siamo contrari alla difesa della natura e anche al suo ripristino, ci mancherebbe.
Siamo anzi favorevolissimi alla difesa della natura e, ove sia necessario, al suo ripristino.

Ma non vorremmo che queste formule edulcoranti e magneticamente in grado di generare consenso, non fossero che la foglia di fico che nasconde ben altro, come si diceva. In particolare misure liberticide e profitto verde per i padroni no border del turbo capitalismo.
Di questo e non di altro si tratta. E del resto, se consideriamo il fatto che l’Unione Europea è gestita dai padroni del capitale, non ci stupiamo né poco né punto se questa stessa legge del ripristino della natura venga pensata e concepita esattamente in questa prospettiva.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro