Il curioso caso dell’uomo che ha cambiato sesso per sottrarsi alla leva militare

Antonio Gramsci nelle sue lettere del carcere, spesse volte chiama il mondo in cui viviamo un mondo grande e terribile. Ebbene, io credo che oltre che grande e terribile, il mondo in cui viviamo appaia ogni giorno di più buffo, contraddittorio e talvolta anche grottesco. Appare tale anche se si considerano eventi che sono senz’altro semplice schiuma sulle onde della storia e che tuttavia ci permettono di comprendere meglio l’essenza bislacca e contraddittoria del nostro presente. Tra gli eventi che si susseguono rapidamente ve n’è uno di questi giorni che merita, a mio giudizio, di essere letto secondo questa cornice ermeneutica. Leggo su Sky TG 24 in data 12 giugno 2023: “Svizzera, uomo cambia sesso per evitare il servizio militare. Il ventitreenne ha approfittato della procedura semplificata introdotta nel 2022 per diventare solo sulla carta una donna. Un funzionario mi ha fatto entrare in sala riunioni 2 minuti dopo ero una ragazza“. Ecco, la notizia, naturalmente, non può non destare anche una divertita risata per una situazione di questo genere, degna in effetti di una barzelletta più che della realtà, o forse degna di una realtà che sempre più appare indistinguibile da una grande barzelletta. Il ragazzo, per evitare la leva militare obbligatoria, quale ancora è in Svizzera, ha scelto di cambiare sesso e dunque, facendosi donna, si è sottratto all’onere della leva militare. È una situazione paradossale, in effetti, quella del nuovo ordine eroticamente corretto, in cui ciascuno ha tanta libertà quanti sono i suoi desideri e i diritti vengono sempre più agevolmente confusi con i capricci di consumo individuali. L’idea fondamentale che sta alla base di questa antropologia dei desideri insaziabili e capricciosi è quella secondo cui l’individuo è un atomo di volontà, di potenza illimitata e può essere tutto ciò che vuole di più. Deve essere legalmente riconosciuto per ciò che vuole essere e dunque nulla di più semplice diventa che essere riconosciuti come donne quando ci si sente donne, salvo poi magari l’indomani essere di nuovo riconosciuti come uomini o come chissà cos’altro ancora, quando si desidera essere riconosciuti come tali.

È una situazione a tutti gli effetti surreale, capite bene, che presenta effetti paradossali. Pensate se, per esempio, dovesse arrivare davvero come la Nato ha lasciato intendere la guerra in Europa, chissà quanti uomini potrebbero compiere una scelta analoga a quella del ventitreenne elvetico, scegliendo di essere donna per non dover più partire per il fronte, per non dover più imbracciare le armi, per potersi astenere rispetto a questa guerra che in effetti ogni giorno di più appare assurda. Ma le contraddizioni si moltiplicano sotto il cielo del nuovo mondo eroticamente corretto, come è accaduto peraltro qualche settimana addietro, quando delle atlete si sono lamentate dacché le atlete trans impedivano loro di concorrere e di fatto di vincere, dato che non c’è gara di fatto tra uomini e donne, data la diversità corporea. Ma con le atlete trans abbiamo degli uomini che cambiano sesso e quindi possono competere con le donne, producendo di fatto una discriminazione a nocumento di queste ultime. Di qui il paradosso ben noto per cui per combattere contro tutte le discriminazioni, i trans vengono ammessi alle sfide e si vengono a discriminare in tal maniera le donne. Una situazione davvero aggrovigliata che ci lascia a ribadire il punto di partenza con Gramsci. il mondo che stiamo sperimentando è grande, terribile, ma anche davvero bizzarro e contraddittorio.

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