Ecco chi c’è dietro a Ultima Generazione: rivoluzionari 2.0 di una transizione insostenibile

In molti si domandano che cosa sia realmente Ultima Generazione, vale a dire il movimento internazionale di protesta per l’ambiente che da qualche tempo si diletta nell’imbrattare monumenti, pareti e opere d’arte. Che cos’è allora Ultima Generazione? E chi c’è dietro realmente? A un’analisi attenta e non superficiale pare di poter asserire che sia il classico prototipo della critica conservatrice, vale a dire di quella critica che i rapporti di forza dominanti del globale capitalismo impiegano per fini ideologici e per potenziare lo status quo. Come ho cercato di mostrare nei miei lavori, la critica conservatrice consiste in ultima istanza in una critica apparente. Una critica, cioè, che finge di mettere in discussione il sistema dominante nell’atto stesso con cui lo legittima, assimilando le strutture fondamentali. In primo luogo, l’idea che il problema non sia il capitalismo in quanto tale, ma singole altre questioni che possono ben essere risolte lasciando il capitalismo così com’è. La critica conservatrice svolge allora una funzione apotropaica, perché lascia in ombra le critiche reali, quelle che prendono di mira il capitalismo stesso come contraddizione principale. Nel caso specifico, la reale lotta per l’ambiente dovrebbe coincidere con l’anticapitalismo, dacché è il capitalismo stesso la fonte primaria della distruzione ambientale.

Ce l’ha insegnato Martin Heidegger, dacché la tecnica utilizza il reale nella sua interezza, per potenziare illimitatamente la volontà di potenza, che è il fondamento stesso della civiltà tecno capitalistica. Ebbene, i guerriglieri di Ultima Generazione svolgono sotto questo profilo il classico ruolo della critica conservatrice. Il loro ambientalismo neoliberale non mette mai in discussione il capitalismo, anzi lo presuppone e lascia anche sorgere la legittima domanda di come costoro possano autenticamente prendersi cura dell’ambiente se nemmeno hanno rispetto per le opere d’arte, per il patrimonio artistico e per i beni comuni della società. Una cosa è certa il fatto che ricevano tanta attenzione mediatica e siano propagandati come rivoluzionari 2.0, come eroi dell’opposizione, non deve passare sotto silenzio. E la prova provante del fatto che il sistema ha bisogno di loro per inscenare la finta opposizione a Sua Maestà Monsieur le Capital. Il capitale gestisce non solo il consenso, ma anche il dissenso e lo fa amministrando un dissenso conservativo. E allora occorre ribadire una volta di più con enfasi, che per prendersi realmente cura dell’ambiente occorre contestare quel capitalismo che è la causa primaria della distruzione dell’ambiente. Lottare per l’ambiente accettando il capitalismo significa combattere gli effetti di cui si coltivano tuttavia le cause.

Radioattività – Lampi Del Pensiero Quotidiano