La scienza si piegò alla politica: ora è tutto chiaro

A quanto pare c’era veramente bisogno delle inchieste.
C’era veramente bisogno di leggere le intercettazioni, di capire il linguaggio di certi signori.
Noi ci permettevamo di avanzare delle domande, dei dubbi (perché non abbiamo mai avuto ne certezze e ne parlavamo in nome della verità). Avanzavamo dei dubbi come era giusto e lecito fare in una fase di grande confusione.
Ecco quando facevamo questo, ci dicevano che noi eravamo contro la scienza, che noi eravamo negazionisti, che noi eravamo gli untori cattivi della storia. Adesso invece, a leggere quelle intercettazioni, a vedere scritte parole, anche di una certa presunzione, ti viene da ribattere: “e questa sarebbe la vostra scienza?”.

Cioè voi tutto questo questo cinema, questo teatro, questo circo che avete messo in piedi con una deflagrazione dei diritti, lo avete fatto in nome di che cosa? Della scienza?
No, perché alla fine si è visto chiaramente che la scienza non c’entrava nulla rispetto alla politica che anzi i famosi tecnici, i famosi medici, i professoroni, quelli che sapevano tutto, alla fine si piegavano al volere del Governo perché dovevano uscire determinate relazioni.
Questo è quello che è scritto e lo deve persino ammettere la Stampa: “Covid, le ombre sui tecnici. Il CTS nel mirino dei PM. Pareri scientifici concordati con Speranza. Brusaferro indagato per truffa. Tamponi da 3€ sono costati 750. Sotto esame anche la scelta di secretare, parola che era diventata magica in quel periodo, il piano Covid del matematico Merler, che li aveva avvisati.

Quindi praticamente il CTS, i medici, i dotti, i tecnici dovevano piegare i loro pareri su quello che voleva il Governo.
E il Governo non agisce in nome della scienza: questo stava agendo in nome e per conto di un’azione politica.
Benissimo, lo puoi fare certamente, ma ti assumi le responsabilità.
Non dici e non neghi il dibattito democratico e non neghi neanche i diritti tramite una compressione dei diritti e delle libertà fondamentali. Ci si arrabbia perché con la mente ripercorriamo quei mesi.
Adesso Speranza non fa più il presuntuoso quando avanzi dei dubbi e poni delle domande.
Perché quando noi facevamo delle interrogazioni parlamentari, io per primo, mai una volta si è presentato con una risposta.
Persino sulle mascherine le avevamo fatto le interrogazioni.

Questo arrogante signore scriveva i libri, li pubblicava ma non potevano essere venduti in libreria.
Perché? Evidentemente c’era sempre questa azione politica che era più forte di tutto il resto.
E allora io domando al governo attuale, ma queste cose un po’ le sapevamo, le avevamo capite: ma perché confermare Brusaferro e Locatelli? Perché? C’era veramente bisogno di confermare queste persone che sono un pezzo della dell’architrave della gestione del Covid? Noi adesso queste cose qui le vediamo.

E devo dire che ringrazio anche La Verità che sta pubblicando bene tutto.
Dobbiamo mettere paura per imporre le restrizioni“. Frasi scioccanti da parte del Ministero.
E alla fine esce fuori che pure uno della loro parte l’ha dovuto ammettere. Perché quando noi parlavamo di Norimberga eravamo sempre esasperati, gli esagerati. Adesso dice che una Norimberga è necessaria.
Lo dice lui, Gad Lerner. “Io non amo Norimberga, però è necessaria al fine di svelare le dinamiche interne del potere.
E quindi è giusto che che i magistrati bergamaschi vadano avanti. In questo caso c’è anche l’auto protezione di una casta

Ecco quella casta che rischia di avere anche il suo tribunale, perché se il Tribunale dei Ministri dovesse archiviare le posizioni di Conte, Speranza e compagnia cantante, come ha appena fatto rispetto alle denunce dei cittadini, diventerebbe il tribunale della casta.
Io mi auguro che il Tribunale dei Ministri non voglia una definizione del genere e voglia invece dare la possibilità ai cittadini di credere ancora nella magistratura.
E quest’ultima bene farà ad andare fino in fondo con indagini serie che non dovranno essere ostacolate da nessuno, perché l’abbiamo già visto in un recente passato come magistratura, giornalismo e politica si sono chiusi a riccio per difendere la paura che il governo aveva generato.