Accordo fra banche centrali dopo il crack Credit Suisse: la finanza ha paura di un effetto domino

La Federal Reserve statunitense, cioè la Banca centrale americana, ha annunciato di avere concordato un’azione coordinata assieme alle banche centrali dell’Unione europea, del Canada, del Regno Unito, del Giappone e della Svizzera, per aumentare la liquidità attraverso gli accordi di swap valutario tra queste sei banche centrali. Questa mossa delle banche centrali arriva dopo il salvataggio di Credit Suisse, che sarà acquisita per circa 3 miliardi, grazie anche alle garanzie e alle liquidità fornite dalla Banca centrale svizzera. L’operazione è stata resa possibile dal sostegno sia della Confederazione sia dall’Autorità centrale di vigilanza sui mercati finanziari, cioè la FINMA, nonché dalla Banca nazionale svizzera. Con questa transazione, quindi, Credit Suisse è salva e le borse ringraziano, ma resta piuttosto alta la tensione sui cosiddetti bond subordinati, in quanto i fondi che avevano obbligazioni in cosiddette AT1, il cui valore è stato azzerato, si preparano ad una battaglia legale. Il sostegno straordinario da parte dello Stato ha comportato un azzeramento integrale del valore nominale di tutte le obbligazioni cosiddette AT1 di Credit Suisse, per un importo pari a circa 16 miliardi di franchi, pertanto un incremento dei fondi propri di base. Questi atti sono stati progettati sulla scia della cosiddetta crisi finanziaria globale e sono una forma di debito cosiddetta junior che conta per il capitale regolamentare delle banche.

Si posizionano appena sopra le azioni nella scala prioritaria per il rimborso in un processo di fallimento e sono progettati per essere convertiti in azioni quando le riserve di capitale di un prestatore vengono erosi sotto una certa soglia, quindi, molti obbligazionisti sono stati sorpresi dalla mossa di azzerare le obbligazioni, anche perché sembra che siano stati più penalizzati addirittura degli azionisti. Ora, tutta questa situazione mi fa dire che stiamo veramente vivendo in un mondo alla rovescia e continuo a ripetere: o noi ritorniamo ad un’economia umanistica che pone l’economia al centro e non la finanza, che pone l’attenzione sull’uomo e non sui mercati, oppure continueremo ad assistere a giochi speculativi di banche che giocano con i risparmi dei risparmiatori e tutto il gioco planetario sarà sempre quello di continuare a fare girare dei pezzi di carta. Bisogna ritornare all’economia reale. Questo è il primo punto politico che deve avere qualsiasi stato del mondo. Deve cessare la divisione tra le banche che giocano in borsa e le banche che prestano denaro alle famiglie, alle imprese, come era quasi cent’anni fa.
Malvezzi Quotidiani. L’economia Umanistica spiegata bene.