Il Festival della Canzone Italiana di Sanremo si è aperto in questi giorni, rispettando e realizzando tutte le attese, tutte le premesse e tutte le promesse. Ci aspettavamo infatti un’opera essenzialmente ideologica e propagandistica e così è stato fin dal suo cominciamento. E infatti il Festival della Canzone italiana ha esordito con l’Epifania di Roberto Benigni, il comico tosco che ha celebrato la Costituzione italiana, quella che egli stesso, anni addietro, ebbe a definire come la più bella del mondo. Peccato che proprio Roberto Benigni fosse nel 2016 tra coloro i quali, con Matteo Renzi, volevano riformarla. Ricordiamo che la volontà di riforma della Costituzione italiana era ben rappresentata anche dai gruppi della finanza internazionale, che nella Costituzione italiana ravvisava tracce eccessive di socialismo e quindi aspiravano a riformarla in senso squisitamente neoliberale. Ebbene, come poteva essere domandiamo a Benigni la più bella del mondo, la nostra Costituzione, se poi egli voleva riformarla? Per la contraddizione che nol consente se era la più bella del mondo, riformarla voleva dire peggiorarla o se bisognava riformarla, allora non era la più bella del mondo. Tra l’altro non mi pare, ma forse per un mio deficit di attenzione, che Benigni, in nome di essa abbia protestato nei due anni della sua violazione con i lockdown e con il coprifuoco, con l’infame tessera verde della discriminazione e con le molteplici altre misure che hanno violato, sospeso e calpestato la nostra Costituzione. Come ebbe a dire candidamente Paolo Mieli nell’aprile 2020, è ovvio che la Costituzione venga sospesa. E non mi pare neppure che Benigni abbia detto molto contro l’odierna violazione della Costituzione in relazione all’invio di armi all’Ucraina. Come sapete, l’articolo undici della Costituzione dice che l’Italia ripudia la guerra non solo come strumento di offesa, ma bensì anche come strumento atto a dirimere le controversie internazionali. Anche su questo non ho sentito voci di protesta da parte del comico tosco.

E poi possiamo parlare a proposito di propaganda e ideologia a Sanremo, della triste e lugubre performance dell’artista Blanco che poiché non funzionavano bene le cuffie, ha pensato bene di spaccare tutto, di devastare il palco e di esibirsi in un patetico spettacolo capriccioso. Ebbene, in quel gesto è rispecchiata perfettamente la società contemporanea, abitata da individui capricciosi, da anime belle che vogliono che il Welt Luft direbbe Hegel, che il corso del mondo segua i loro desideri. E quando il corso del mondo non segue i loro desideri, ecco che all’improvviso devastano tutto e reagiscono. Come ha reagito l’artista Blanco. Si tratta di una società di atomi capricciosi, in perenne modalità selfie, veri e propri ecomostri che pensano di poter disporre a proprio piacimento del mondo e di poter reagire secondo il proprio capriccio quando il mondo va altrimenti. Ecco una società di individui che permanentemente hanno perduto il senso della realtà o, se preferite, sono disconnessi dalla realtà perché sono connessi soltanto all’internet o alle alte sfere del successo e della civiltà dello spettacolo. Sì, possiamo dire, in conclusione, che Sanremo ha mantenuto tutte le sue promesse e le sue premesse, per ora risultando opera quintessenzialmente ideologica e propagandistica, specchio perfetto della società reificata contemporanea di cui ci troviamo nostro malgrado essere abitatori e che in Sanremo trova una propria magistrale esposizione.

Radioattività con Diego Fusaro Lampi del pensiero quotidiano