Dal 31 dicembre del 2022 la Chiesa di Roma si trova con la sede vacante. Bisogna essere molto chiari su questo punto. Alcuni hanno sostenuto che la sede vacante fosse semmai nel 2013, quando Ratzinger fece la sua rinunziatio, quando cioè rinunciò a essere il pontefice. La sede vacante venne subito occupata da Bergoglio, cosicché quando Ratzinger morì il 31 dicembre 2022, non essendo più il Papa, non si produsse la sede vacante. Ma appunto il Papa era Bergoglio. Occorre decostruire questa narrazione, dacché in realtà le cose andarono ben altrimenti. In estrema sintesi, nel 2013 Ratzinger, rinunziando al ministerium e non al munus, produsse non già la sede vacante occupata prontamente da Bergoglio. Produsse invece la sede impedita, rimanendo egli il Papa con il munus, senza più esercitare il munus e quindi producendo, ripeto, la sede impedita.

Solo il 31 dicembre 2022, con la dipartita di Ratzinger si è tecnicamente prodotta la sede vacante, dacché l’unico e vero pontefice Ratzinger è morto e quindi ora, gennaio 2023, la Chiesa di Roma si trova con sede vacante. Alla luce di queste pur telegrafiche considerazioni, mi permetto di avanzare un’ipotesi che come tale deve essere assunta non una granitica certezza, non una dogmatica verità, bensì un’ipotesi di lavoro tutta da discutere e anche, eventualmente, da confutare con le armi della ragione. La mia proposta ermeneutica è che presto Bergoglio potrebbe plausibilmente compiere egli stesso una rinuncia. Potrebbe abbandonare il suo ruolo. Perché mai, direte voi? Perché evidentemente la situazione è assai più complicata di come non emerga dal discorso pubblico e dalla narrazione mediatica. In effetti, la sede di Roma è vacante, come dicevo, anche se fingono che sia occupata dal solo e legittimo Papa Bergoglio. Se Bergoglio desse ora le sue dimissioni e si eleggesse un nuovo pontefice, si avrebbe una nuova parvenza di normalità, perché si sembrerebbe risolta la questione della sede vacante e in realtà verrebbe eletto dai cardinali posti in essere dallo stesso Bergoglio.

In larga parte verrebbe posto in essere un nuovo pontefice, sulla stessa linea della neochiesa liberal progressista e post-cristiana di Bergoglio. E quindi sembrerebbe superata l’aporia di Ratzinger e del suo pontificato, per come lo abbiamo sommariamente tratteggiato. Ecco perché non è implausibile che Bergoglio possa dimettersi. E del resto di dimissioni di Bergoglio si parla già a tambur battente da dicembre 2022. Perché tanta enfasi su questa possibilità? Perché evidentemente qualcosa non torna, Perché evidentemente la verità tende sempre a venire a galla. E le dimissioni di Bergoglio, con l’elezione di un nuovo Papa sulla sua stessa linea, potrebbero essere in qualche modo una forma di riparo almeno momentaneo rispetto a una situazione che sempre più si sta facendo ingestibile. Questa è la proposta che avanziamo e saremo ben lieti di poterla discutere.

La verità è che molti stanno iniziando a capire cosa è realmente accaduto. Stanno iniziando a capire che Ratzinger era il solo e vero Papa, avendo prodotto la sede impedita e non quella vacante. Del resto molti si saranno domandati perché sia stato sepolto nelle tombe papali se aveva rinunziato a essere papa. Celestino 5.º, ad esempio, non venne sepolto nelle tombe papali e lo trovate ancora oggi a L’Aquila. Ancora prima di morire Ratzinger pare abbia detto come ultima sua frase Signore, ti amo, Gesù, ti amo. Che la frase detta da San Pietro, cioè di fatto dal primo Papa della storia. Tutto questo dovrebbe farci seriamente riflettere su quali potrebbero essere, ripeto eventualmente e plausibilmente i prossimi sviluppi della Chiesa di Roma.

Radioattività con Diego Fusaro