Ci sono state polemiche furiose sull’opportunità, da parte di un governo, di scegliere i tecnici a esso più congeniali per l’attuazione del proprio programma. Un’usanza non solo in atto da sempre, quella dello spoil system, ma anche normata per legge. Eppure, nell’attuare questa prassi, il governo Meloni ha incontrato numerose opposizioni.
“Sono critiche che non capisco“, commenta l’on. Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia. “Ci sono 90 giorni di tempo per il governo per cambiare i vertici apicali dal suo insediamento. Lo fanno tutti, solo che la sinistra prima era abituata a comandare anche perdendo le elezioni, e ora invece non possono fare le nomine che, ripeto, spettano a chi ha vinto. La cosa incredibile è l’atteggiamento del PD: pensavano di confermare i loro uomini anche da sconfitti. Noi invece dobbiamo poi rendere conto agli italiani delle nostre scelte, e per farlo abbiamo bisogno di nominare persone di fiducia. Saranno poi, tra cinque anni, i cittadini a giudicarle“.
La ricerca, spiega Donzelli, prescinde dalle tessere di partito e verte sulle competenze. “Si tratta di una prassi democratica, non capisco lo scandalo. Peraltro lo stesso atteggiamento c’è stato anche sul discorso del merito, oltre che sul contante. Eppure, sono parte delle nostre promesse della campagna elettorale. In democrazia funziona così. Vogliamo in Italia una politica di serenità e stabilità che però sia congrua a quanto i cittadini hanno votato alle elezioni“.