La vigilanza bancaria della BCE ha chiesto di modificare i modelli interni di rating delle banche finora utilizzati dalle principali banche italiane, innalzando i requisiti di capitale correlati alla concessione dei prestiti. Le richieste di rimodulazione dei rating interni sono arrivate in via riservata alle banche italiane, vigilate direttamente dalla Banca Centrale europea. A seguito di tutte una serie di ispezioni del team di vigilanza. Ciò che preoccupa o preoccuperebbe la Banca centrale europea sarebbero i modelli interni di rating. Sul rischio di credito, ricordo che i modelli interni di rating sono adottati direttamente dalle banche.

Quindi abbiamo modelli di rating diversi da banca a banca, modelli per i quali è stata richiesta una revisione, con conseguente aumento del rischio, ovvero delle attività ponderate che, secondo quanto emerso dalle ispezioni della Banca centrale europea, sembra oscillare tra un minimo di 20-30 punti base fino a un massimo di 50 punti base, cioè circa mezzo punto percentuale, secondo quanto riportato dalle note della Banca centrale europea. Le decisioni della vigilanza della Banca centrale sui modelli adottati confermano la sua forte pressione del regolatore, alla luce delle incertezze sul contesto macroeconomico. Queste notizie denotano un carattere negativo per le valutazioni, per esempio le valutazioni d’azienda, in quanto determinano maggiore incertezza sul livello adeguato di patrimonializzazione degli istituti, parlo degli istituti di credito bancario e sulla loro flessibilità operativa.

Nello specifico, i dati citati mostrano quindi un peggioramento della situazione, un peggioramento della restrizione del credito.

Cosa vuol dire?

Quello che vi sto dicendo con gli articoli e con i commenti di questi giorni è che sembrerebbe che la Banca centrale europea voglia ulteriormente adottare politiche restrittive. Non lo può fare direttamente, allora lo fa fare alle banche in modo da decidere se comprare o non comprare titoli di Stato. Ma sulla concessione del credito alle famiglie alle imprese indirettamente mette dei capestri alle banche.

Tant’è vero che si è lamentato anche il presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli – giustamente a mio parere – perché queste politiche sono folli e sbagliate dal punto di vista logico economico. Perché? Perché siamo in un’inflazione da agosto e aumentare ulteriormente il costo del denaro mi sembra un pochettino un tentativo di suicidio. Spero di sbagliarmi.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi