Sono giorni decisivi per la politica italiana rispetto all’Ue. In ballo, oltre alla legge di bilancio, la ratifica della riforma del Mes. Il Mes è un’organizzazione intergovernativa con sede in Lussemburgo soggetta al diritto pubblico internazionale, i cui azionisti sono i Paesi dell’Eurozona. il Mes emette strumenti di debito per finanziare prestiti e altre forme di assistenza finanziaria nei paesi della zona euro, ma non solo: occorre alla Banca centrale europea per poter salvare, oltre agli Stati, le banche, completando così quell’unione bancaria che ancora manca nel quadro comunitario. A oggi, il trattato è stato ratificato da tutta l’Ue (la Germania lo ha ratificato dopo il parere positivo della sua Corte costituzionale), meno che l’Italia. Che, dopo varie titubanze, ha rimandato la questione al Parlamento.

La materia è complessa e pericolosa per l’Italia, potrebbe portare a una ristrutturazione del debito, cosa di cui al momento non abbiamo assolutamente bisogno“, commenta l’economista Fabio Conditi. “Il trattato era collegato al Fiscal Compact, che era stato fermato durante la pandemia e che tutti in Ue vogliono modificare: se ne sono resi conto, finalmente. Il Mes, che è basato sugli stessi parametri, con Paesi virtuosi e non virtuosi, colpirebbe l’Italia marchiandolo come Paese di serie B. Questo ci marchierebbe davanti ai mercati e alzerebbe i nostri tassi di interesse, il che renderebbe difficile piazzare i nostri titoli di Stato. C’è la possibilità per il governo di ovviare a questa misura, noi la proponiamo da tempo, che ci metterebbero al sicuro. Si tratta di creare dei conti di risparmio gratuiti per cittadini e imprese dove se si depositano i soldi e il capitale è garantito dal Tesoro e tale capitale frutta, ma soprattutto si possono utilizzare quei conti per fare pagamenti. In poche parole, trasformiamo il debito pubblico in una moneta elettronica del Tesoro che facilita gli investimenti”.