La KFW appartiene alla repubblica federale tedesca per l’80%, mentre il restante 20% spetta ai 16 stati federati della Germania: restiamo sempre nel pubblico. Questa svolge compiti di finanziamento del settore pubblico non solo finanziando le piccole e medie imprese teutoniche, ma addirittura in molti casi si è resa protagonista di veri e propri salvataggi.
Queste cose ovviamente non sarebbero state permesse, perché la proprietà della KFW è al 100% pubblica: non poteva sostenere costi che poi sarebbero rimasti fuori dal bilancio federale (così com’è accaduto), perché in questo modo salvataggi e aiuti non rientravano nel computo del debito pubblico pur essendo una banca pubblica al 100%.

Come hanno fatto?

Questa banca – che può essere definita a tutti gli effetti la Cassa Depositi e Prestiti tedesca – è riuscita ad aggirare tutti i meccanismi europei grazie a dei criteri contabili di ESA ’95 che – udite udite – escludono dal computo del debito pubblico quelle società pubbliche che coprono i propri costi per oltre il 50% con ricavi di mercato.
Sostanzialmente anche noi in Italia potevamo avere una banca pubblica al 100% con facoltà di salvare aziende e banche e approvvigionamento a costi bassi a patto che questa banca pubblica coprisse la metà dei suoi costi con ricavi di mercato (e non con soldi pubblici). Sarebbe stato semplicissimo da fare.

Avremmo evitato costi enormi per il debito pubblico, aiutato le aziende a prezzi più bassi del costo del denaro rispetto a quelli dello Spread, avremmo salvato le banche ed evitato decine di suicidi di chi vedeva bruciare i propri risparmi. Avremmo mantenuto un debito pubblico calmierato, che quindi ci avrebbe aiutato con Spread e mercati. Tutto questo avremmo potuto fare semplicemente imitando la Germania.
Quella Germania che poi ha voluto vietare gli aiuti di Stato e i salvataggi delle banche di altri paesi. Quella Germania con la quale ci misuriamo su uno Spread che ovviamente ci porta ad avere un costo del denaro talmente superiore a quello tedesco che chiaramente rende impossibile competere con loro.

La Germania ha agito logicamente, ma barando

Anni e anni di denunce che ora stanno emergendo in tutta la loro rilevanza con la questione del gas, visto che i tedeschi hanno ripreso a utilizzare soldi pubblici per aiutare i cittadini: ribadiamo che questo gli fa onore. Dovremmo farlo anche noi, ciò che non va bene è che lo faccia la Germania impedendo agli altri di agire allo stesso modo basandosi sulla scusa del debito pubblico, perché su questo la Germania ha barato.

Se può farlo la Germania, l’Italia si metta subito le mani in tasca, inietti sull’economia reale 200 miliardi di euro per calmierare le bollette degli italiani. Possiamo farlo, l’ha fatto la Germania dopando per anni il suo debito pubblico: perché noi no?
A tutto questo aggiungiamo che c’era un vincolo europeo che vietava ai paesi di fare un surplus commerciale superiore al 6%, vincolo che la Germania ha superato per decine di anni causandoci danni enormi.

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