Italexit, il partito di Gianluigi Paragone, si è fermato al 2% ed è rimasto fuori dal Parlamento. L’obiettivo era superare la soglia minima del 3 per cento e alla viglia delle elezioni, complici i sondaggi, sembrava raggiunto. La divisione dei partiti antisistema non ha giovato: piuttosto che fare fronte comune, i partiti sono entrati in competizione generando un’erosione di voti che ha penalizzato tutti. Non solo la divisione interna, ma anche il gran numero di astenuti che abbiamo visto in queste elezioni ha penalizzato il partito. In ogni caso, Italexit rimane il primo tra i partiti antisistema con diversi esponenti di grande valore.

Tra questi esponenti compare anche il Prof. Giovanni Frajese, endocrinologo e docente presso l’Università degli Studi del Foro Italico di Roma, che ha commentato così la sua esperienza: “Ho fatto tante conoscenze ma soprattutto mi ha toccato l’umanità delle persone, dal vivo non quelle sui social. Andare in mezzo alla piazze o andare nei teatri e ricevere questa valanga di affetto è un’altra cosa, non è neanche un supporto, ma proprio affetto“. E continua. “Tutto ciò indica questo bisogno estremo di umanità che è un elemento che non viene mai abbastanza rimarcato: abbiamo bisogno di verità; abbiamo bisogno di fratellanza nel vero senso della parola; abbiamo bisogno di scoprire che siamo necessari l’uno all’altro nel sostenerci per andare avanti. Quelli che sono i valori dell’etica cristiana, che abbiamo perso e che erano quelli che hanno fatto il Paese grande. Era un paese che veniva dai sacrifici e quando si soffre, di solito, c’è anche una crescita della consapevolezza delle persone. Evidentemente non abbiamo sofferto abbastanza. Temo che nei prossimi mesi avremo abbastanza da soffrire e speriamo che a questo si accompagni anche una crescita della comprensione, della consapevolezza e dell’umanità delle persone. Ribadisco: noi ne usciamo con i sorrisi e con gli abbracci e non con l’odio”.

Che dire dei tanti astenuti dal voto per protesta? Secondo Frajese “il 40% di persone che non vanno votare dicendo che così delegittimano il sistema, stanno a significare qualcosa: quelle persone un domani che dovessero venire implementate delle leggi che loro non riconoscono scenderanno in piazza probabilmente in maniera non più pacifica, perché non si sento rappresentati. Questo, lo ricordo per l’ennesima volta, nel famoso documento del 2010 della Rockefeller Foundation che si chiama ‘Lockstep’. Se uno va a rileggerlo oggi ritrova tutto quanto quello che abbiamo vissuto e c’è un punto in cui c’è una crescente ribellione da parte della popolazione che ‘è ciò che il governo aspetta per instaurare la legge marziale’. Io mi auguro che queste persone che non sono andate a votare comunque calmino i loro animi perché non hanno né i numeri né la possibilità di cambiare le sorti del paese, tra l’altro senza neanche un’idea di dove mandarlo. Temo anche che sia infiltrati anche dalle stesse forze del sistema che in qualche maniera porteranno alle agitazioni. Non cedete a questa storia della violenza perché è quello che il sistema aspetta per chiuderci la bocca definitivamente”.