Negli ultimi anni, proprio quando ci sarebbe più bisogno della diplomazia, essa sembra venire a mancare, lasciando libero spazio al dilettantismo. Invece di volgere verso una strada di confronto e dialogo con gli Stati che potrebbero portare disagi e guerre, come nel conflitto russo-ucraino, si sceglie la strada del mutismo.

Ultimamente si è sentito parlare del sabotaggio del gasdotto Nord Stream e delle perdite dovute a esplosioni realizzate con detonazioni la cui origine resta da chiarire. Margherita Furlan, di casadelsole.tv, commenta così la vicenda: “Saremo noi per primi a non avere il gas, e in caso di risposta di Putin al gasdotto saltato per aria, probabilmente non avremo neanche internet, magari perché qualcuno farà saltare i cavi sottomarini”. Non si può dunque aspettare che sia Kissinger, all’età di 99 anni, a richiamare alla diplomazia: “Qui c’è in ballo un rischio nucleare, si inizia a parlare di un discorso troppo pericoloso per tutti: se salta in aria il pianeta, saltiamo in aria anche noi. Dobbiamo salvare noi stessi, dobbiamo dialogare, abbiamo bisogno della politica“.

Si parla di conflitto nucleare che andrà a includere l’utilizzo di strumenti sofisticati e di armi nucleari tattiche dall’enorme potere distruttivo. Quando la politica però non arriva a rispettare tali principi, bisogna che salti in ballo l’articolo 11 della nostra Costituzione, che specifica come l’Italia ripudi la guerra non solo quale strumento di offesa alla libertà degli altri popoli ma anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Per non parlare del fattore economico: le conseguenze si andrebbero a ripercuotere sul territorio portando alla mancanza di gas, internet e molto altro, creando disagi generali.

Ci troviamo poi di fronte al problema del caro gas e bollette, che mette in difficoltà cittadini, i quali non riescono a seguire i ritmi degli aumenti e non possono permettersi di pagare sempre di più. Questo fatto comporterà sicuramente la chiusure di aziende. Fabio Dragoni, Vicedirettore di CulturaIdentità, sottolinea: “Molti opinionisti italiani continuano a fare il tifo per un conflitto che sta a pochi chilometri da casa nostra mentre in Italia abbiamo cartiere che chiudono e l’elettricità che aumenta i prezzi. Sono sicuramente persone che non hanno problemi a pagare qualsiasi tipo di bolletta, ma prima o poi la valanga che si gonfia arriva anche a casa loro”.

Servirebbe a questo punto più responsabilità da parte di chi comanda. Non sempre gli Stati sono d’accordo tra loro, spesso ci sono conflitti, ma è necessario capire che le armi nucleari, le bombe e la strada della guerra dovrebbero essere quanto più evitate.
Molti generali hanno scritto che non è il momento opportuno di sedersi a un tavolo con Putin perché ci potrebbe essere una rivendicazione delle conquiste da parte del Capo del Cremlino, ma se si inizia a ragionare in tal modo, il punto di vista è già sbagliato dal principio perché è importante capire che il dialogo potrebbe aiutarci ad evitare catastrofi.