Un weekend che sarà difficile dimenticare per la classe arbitrale, impossibile per i tifosi ieri presenti allo Stadium. Si sono già scritte righe, capitoli su Juve-Salernitana, passi interi sull’errore nel gol di Milik da parte del Var e di Mercenaro, con tanto di beffa e sospetto per l’immagine di Candreva che circola online e che mette ancora più in imbarazzo l’establishment dei giudici di gara. Danno fatto, ma se riparare a livello sportivo pare impossibile, almeno metterci la faccia salverebbe la forma.
La proposta viene direttamente dall’ex arbitro Gianluca Paparesta, che in diretta a ‘Radio Radio Lo Sport’ ha commentato così l’errore-orrore della terna arbitrale ieri operante allo Stadium.

“Aldilà della valutazione del singolo episodio, che è una valutazione che ha dei criteri anche soggettivi, visto le immagini che ci sono state, la dinamica dell’azione e le giocate di Milik e Bonucci, direi che bisognerebbe soffermarsi sull’importanza di una chiara ed univoca comunicazione”.

“AIA ammetta l’errore”

“In questo momento dove c’è confusione, dove non si ha la percezione esatta di dove vengono fatte le cose in maniera corretta e dove invece si commettono errori, fare una comunicazione sia da parte della Associazione Italiana Arbitri sulla interpretazione della giocata di Bonucci, perché può darsi pure che ci sia stato un errore e ammettere l’errore eliminerebbe tante problematiche e poi da parte della Lega Calcio dove si dice: ‘Signori, la riga è stata tracciata sul penultimo difendente, perché dalle nostre immagini Candreva risulta più indietro del penultimo difendente oppure c’è stato un errore perché nella velocità di analisi è sfuggita questa immagine che è arrivata dall’inquadratura tattica in cui si vede la posizione di Candreva’. Ammettere l’errore eliminerebbe tante, ma tante polemiche e invece così ci troviamo ad analizzare qualcosa dove ognuno dice la sua, ma dove di oggettivo non c’è nulla. L’AIA si chiude in sé stessa e non spiega cosa è accaduto e la Lega Calcio non dà un interpretazione a cosa è successo. Si tratterebbe di ammettere un errore, che sarebbe un grave errore, che però può succedere ad un giocatore come ad un allenatore, ma almeno lo si comunica”.

“Discrezionalità? Quella rimarrà sempre, perché l’arbitro è quello che ha la percezione dal campo del contatto piuttosto che della partecipazione all’azione di un giocatore, quindi è impossibile eliminarlo. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di avere un arbitro in campo e verrebbero sostituiti dalle telecamere, ma ora scopriamo che anche le telecamere sono fallibili e quindi il tutto andrebbe un po’ rivisto. Detto questo, sulla dinamica e sull’episodio di ieri la discrezionalità c’è perché se il VAR vede che il giocatore che è in posizione di fuorigioco tenta di intervenire lo segnala all’arbitro , che poi valuta rivedendo dal campo e prende la decisione”

Bonucci

“In questo caso, l’arbitro ha valutato Bonucci come partecipante all’azione, per me sicuramente vuole partecipare ma non colpisce il pallone, non influenza nessun avversario e non influenza nemmeno il portiere, quindi vengono meno i requisiti per la punibilità. Capisco anche l’arbitro che si trova al 95’ di una partita difficilissima, con una cinquantina di persone imbizzarrite, e in un attimo deve decidere. Per me l’errore è figlio anche dei comportamenti di una serie di protagonisti che non hanno consentito all’arbitro di fare il suo dovere, perché ha dovuto pensare anche a loro che si spingevano e facevano di tutto. Una bruttissima immagine per il calcio italiano”

Var

“C’è il rischio che ci siano arbitri che non accettano di andare a rivedere la situazione e rimanere sulle proprie posizioni in maniera incomprensibili. Ma sono rischi che in confronto alla positività dello strumento che mi fanno propendere sempre di più per l’utilizzo di questo sistema tecnologico. I problemi arrivano dall’utilizzo e l’interpretazione di un uomo, sono problematiche che oggettivamente esistono. A fronte di questo errore clamoroso, ci sono tanti episodi in cui il var ha funzionato correttamente”

Immaginatevi cosa sarebbe accaduto se fosse successo a parti inverse, cioè se fosse stato segnato un gol alla Juventus e dopo fosse stato annullato. Questo per capire come la percezione dell’errore cambia in base a chi lo subisce”.