Negli ultimi giorni stiamo notando il sempre crescente interesse e i sempre meno velati commenti dell’UE rispetto alle elezioni del 25 settembre. Ogni leader, in questo percorso, ha dovuto rendere conto ai vertici UE, che hanno osservato con apprensione lo svolgersi del processo di scelta del nuovo Governo. Sembra che non si possa decidere nulla senza l’avallo dell’Unione Europea. Lo hanno capito anche i leader che hanno trovato le parole magiche per tranquillizzarli: “continueremo sulla strada tracciata dal Governo Draghi”. Quelle che ad alcuni possono sembrare giuste intromissioni ad altri sembrano qualcosa di più.

Come dice Fabio Duranti, i commenti dell’UE che stiamo leggendo sui giornali sono “le grandi minacce che vengono fatte dal sistema. Minacce che in un paese più colto avrebbero fatto saltare in aria – in primis i magistrati che sarebbero andati a suonare al campanello di questi signori e a chiedere cosa intendono – perché se il popolo non ha neanche il diritto di eleggere i propri rappresentanti siamo in una democrazia finta e anche il popolo si dovrebbe indignare”.

Viene da chiedersi perché nessuno si interroga su queste frasi. La risposta secondo il filosofo Diego Fusaro è semplice: “Stiamo vivendo in quella che potremmo chiamare una sorta di oligarchia plutocratica plebiscitaria, in cui a comandare sono sovranamente, direi in maniera plutocratica, i mercati e le loro classi e poi con elezioni ampiamente manipolate si finge che sia il popolo a scegliere ciò che in realtà non viene scelto dal popolo. Intanto perché le decisioni fondamentali vengono prese in camere chiuse, in maniera tutto fuorché democratica, e poi perché il popolo è chiamato a scegliere tra finti distinti che rispecchiano in realtà il medesimo perché hanno giurato fedeltà al medesimo”.

E i politici che ruolo hanno in questo meccanismo? Secondo Fusaro: “I politici stessi – e la mia è una critica alla funzione che sono sistematicamente chiamati a svolgere – svolgono una funzione di pura obbedienza rispetto all’oligarchia finanziaria. I politici sono, per così dire, ricattati permanentemente dalla società dello spettacolo, dal potere che rischia di inquisirli continuamente e quindi devono fare quello che i gruppi dominanti decidono si faccia. Quindi la nostra è una democrazia soltanto nominalmente, di fatto è una plutocrazia.
Forse ricorderete la frase in auge qualche tempo addietro, in cui un grigio burocrate di Bruxelles disse: ‘I mercati insegneranno agli italiani come votare’. Le democrazie oggi si risolvono nella funzione elettorale con cui il popolo vota ciò che i mercati hanno deciso debba il popolo votare, con tanto di terrorismo psicologico”.

“Anche in questi giorni, i grandi gruppi di investimento straniero, ci spiegano che non bisogna votare il partito ‘x’ perché – pur essendo anch’esso organico alla plutocrazia neoliberale – è meno preferibile rispetto al partito ‘z’. C’è un elemento non trascurabile: quello per cui destra e sinistra sono egualmente organiche al neoliberismo atlantista. Però il capitale globalista ha, in questa fase, una predilezione per la sinistra fucsia rispetto alla destra bluette”.