Si parla spesso della presenza sempre più invasiva della tecnologia nella nostra vita, siamo sempre circondati da apparecchi elettronici, e se da una parte la tecnologia è una comodità, un ausilio importantissimo, dall’altra c’è un costo di cui non tutti sono consapevoli. Qual è il lato negativo di questa comodità? A cosa rinunciamo affidandoci ciecamente alla tecnologia?

La nostra privacy è sempre più soggetta a violazioni e attacchi hacker, quindi la domanda sorge spontanea: abbiamo veramente il controllo dei nostri dati? A rispondere e approfondire la questione è Fabio Duranti: “Qualcuno lo sta già percependo, anche se c’è traccia sui media più importanti. Il digitale è associato ad un qualcosa di salvifico, di miracoloso, un qualcosa che risolve tutti i problemi. Non è così. Purtroppo la tecnologia digitale, che oggi è stata interamente sequestrata da pochi gruppi nel mondo, viene utilizzata per governarci”.

“La tecnologia digitale non è quello che vogliono far passare. Noi mettiamo la nostra vita nelle mani di pochissimi soggetti al mondo senza sapere chi è che la governa. Con un clic fermano i conti e con un clic potrebbero fermare il cuore di una persona. Se è vero quello che ha detto Cingolani – ovvero che le nanoparticelle sono ‘autodifensive’ rispetto al sistema immunitario (che quindi non le distrugge) e comandate a distanza – come possiamo fidarci di chi il pulsante in mano? Anche fidandosi, se domani chi controlla viene spodestato violentemente, chi me lo dice che lui non lo preme per uccidere? Ecco qual è il rischio della cosiddetta tecnologia digitale. Nessun complottismo, stiamo parlando solo di quelle che sono le possibilità tecnologiche e se noi abdichiamo a queste possibilità dobbiamo valutare il rischio che qualcuno poi dall’altra parte possa comportarsi in cattiva fede”.