Così leggo su “Il Fatto Quotidiano” (anche se poi la notizia, invero, si trova in molte altre fonti informative): “Allarme lumache giganti in Florida, un’intera città in quarantena: ‘Grandi come un topo, trasmettono un parassita che può causare meningite’”.

Ragioniamo allora su questa notizia dacché credo che, al di là di uno sguardo superficiale magari anche divertito, vi siano gli elementi essenziali per ragionare (ancora una volta) su un tema che abbiamo appreso a conoscere in questi anni e che ancora per molto tempo dovremo ben conoscere. Il tema è quello dell’emergenza permanente come nuova normalità.

Il nuovo metodo di governo delle cose e delle persone, destinato a durare per molto tempo e anzi a fare epoca, si fonda esattamente sull’emergenza permanente come nuova normalità. Ogni volta abbiamo l’epifania di nuove emergenze anche – ed è questo il caso delle lumache giganti – le più impensabili, le più insospettabili, talvolta anche le più surreali (diciamo apertamente) come le lumache giganti che costringono un’intera città della Florida alla quarantena.

Non sfugga oltretutto che, pur al cospetto di emergenze assai differenti fra loro – come possono essere quelle epidemiche e quella delle lumache, quella finanziaria e quella climatica – le ricette tendono poi ad essere immancabilmente le stesse: lockdown e quarantene; colpi durissimi alla spesa pubblica e ai cittadini. Insomma, ricette che sono sempre sotto il segno del neoliberismo e che guarda caso vanno sempre in direzione ostinatamente contraria rispetto ad ogni implementazione della spesa pubblica, ad ogni tentativo di risolvere le cose da un punto di vista sociale dunque a distanza di sicurezza dall’ordine neoliberale.

Questo è un altro tema sul quale davvero bisogna ragionare seriamente, che ci permette di ribadire con forza che l’emergenza – lungi dall’essere qualcosa di inaspettato, di imprevedibile, che semplicemente va a turbare momentaneamente un ordine di per sé fondato sulla stabilità – è invece il fondamento della nuova normalità. La nuova normalità è l’emergenza permanente, così suona il corollario che permette di capire ciò che sta avvenendo, anzi non solo un corollario, ma direi di più: il fondamento stesso del nuovo ordine delle cose, del nuovo modo di governare le cose e le persone.

L’abbiamo detto più volte e lo sottolineiamo ancora che il nuovo ordine della globalizzazione capitalistica neo liberale usa l’emergenza come arte di governo, come ars regendi: con l’emergenza si possono aggirare le decisioni democratiche parlamentari in nome della decisione che dev’essere presa nell’immediato; in nome dell’emergenza si possono sospendere le normali regole e lo stato di diritto in nome delle superiori ragioni della sicurezza da garantire nell’emergenze, per garantire la quale si può fare qualche deroga (spesso anche molto importante rispetto ai diritti fondamentali e alle libertà); con l’emergenza i più accettano tutto, accettano l’inaccettabile; con l’emergenza diventa possibile per il potere fare ciò che in assenza dell’emergenza esso non potrebbe fare. Proprio in ciò sta la valenza governamentale dell’emergenza: che si tratti di un virus o di lumache giganti, l’ordine neo liberale mette a frutto il paradigma dell’emergenza.

Non sto dicendo che le inventi di sana pianta, dico che le mette a frutto. Produce, in presenza delle emergenze (certo gonfiate, certo ampliate dall’ordine del discorso e dai padroni dell’informazione) nondimeno poi un ordine corrispondente. È la mise en forme di un paradigma che sfrutta l’emergenza per fare ciò che senza di essa faticherebbe a fare.

Radio Attività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro