Lazio ingorda. Crespo in biancoceleste per dominare ancora. Nell’estate del 2000 (anno del Giubileo) il Presidente Cragnotti decide di scatenare l’inferno del mercato con un affare che resterà tra i più discussi nella storia del calcio italiano.

Il bomber argentino viene letteralmente strappato dal grembo materno di Parma con un contratto da cifre vietate ai deboli di cuore. L’aquila giunge dallo scudetto della stagione precedente e non ha nessuna intenzione di fermare la propria corsa alle vette inesplorate del gotha del pallone continentale. Il colosso Cirio non presenta, apparentemente, crepe finanziarie. Investire si può e senza alcun limite.

Eriksson viene quindi accontentato con un dolce prelibato in salsa sudamericana. In terra emiliana Hernan mette a referto 62 reti in 116 presenze dal 1996 al 2000. All’ombra del Tardini c’è un altro patron dotato di un portafoglio pressoché infinito: Calisto Tanzi. Tante luci verranno però successivamente spazzate via in breve tempo da due crac destinati a mutare i connotati del nostro pallone. La trattativa tutto sommato sarà rapida ma densa di misteri e smentite sostanzialmente di facciata. “Non ne so niente, sono sorpreso“. Crespo giura così dall’Argentina. Cragnotti però non è dello stesso avviso: “Sono fiducioso. Alla fine, con tutte le difficoltà, Crespo verrà da noi“. Insomma, il classico gioco delle parti.

Il club laziale pianifica il terreno per sfondare il muro gialloblu. L’offerta è secca: 35 miliardi al Parma più i cartellini di Sergio Conceicao e Almeyda. Inizialmente l’idea è quella di mettere sul piatto il profilo di Marcelo Salas, ma il cileno storce il naso all’idea. E al centravanti argentino? Stipendio da 9 miliardi l’anno per cinque stagioni. Con tali presupposti rifiutare è un delitto. Ricordiamo un dettaglio da non sottovalutare: la S.S. Lazio all’epoca era quotata in Borsa.

Crespo firma dunque per i biancocelesti. La punta ex River Plate fa la voce grossa nella prima annata vincendo a mani basse la classifica cannonieri con 26 gol all’attivo. Il primo giro all’Olimpico culmina per la Lazio con la vittoria della sola Supercoppa Italiana contro l’Inter. Stagione in parte travagliata per le dimissioni presentate dal tecnico Sven Goran Eriksson nel mese di gennaio. Subentra Dino Zoff nelle vesti di traghettatore. La leggenda azzurra guida la nave verso un buon terzo posto a fine campionato. Le vicissitudini amministrative del Presidente Cragnotti iniziano ad intravedersi all’orizzonte soprattutto nella stagione 2001-2002. La Lazio finisce sesta in classifica, strappando all’ultimo respiro la qualificazione in Coppa Uefa grazie al successo interno sull’Inter nel famigerato pomeriggio del 5 maggio. Crespo sigla 20 marcature tra Serie A, Champions League e Coppa Italia. Il bomber viene frettolosamente ceduto proprio ai nerazzurri nell’estate del 2002, e la stessa sorte tocca anche a capitan Nesta che si trasferisce al Milan. Triste epilogo di un’epopea rimasta nel cuore e nella mente del popolo biancoceleste.

Alessandro Iacobelli