Non finiscono i problemi per Giorgio Bianchi, il fotoreporter che ha documentato gli orrori del Donbass. Prima il suo nome è stato pubblicato tra i “putiniani d’Italia” sul Corriere della Sera, e ora il fotoreporter si sta scontrando con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che lo avrebbe recentemente querelato. Lo aveva annunciato in Senato, dove già aveva replicato al ministro con toni decisi, ma mentre le parole oggetto di querela nei confronti dell’ex capo politico pentastellato verrano valutate dagli addetti ai lavori, quelle sulla guerra sembrano aver già trovato una sentenza sulle prime pagine.
Il botta e risposta tennistico che si sta verificando in queste ore sui dossier circa i cosiddetti “putiniani d’Italia” sembra perpetuare uno scambio di responsabilità che nessuno, né stampa, né Governo, vuole vedersi attribuito. La beffa, per il momento, l’hanno solo i volti sbattuti in prima pagina ed accusati di “fare propaganda” (senza però dimostrare rapporti pecuniari con il Cremlino).
Per ora siamo quindi al reato di fare da controcanto alla narrazione mainstream sulla guerra: una situazione che, se confermata, assumerebbe toni inquietanti per chi tenta di informare in modo indipendente.
Ecco il commento di Giorgio Bianchi ai microfoni di ‘Lavori in Corso’.

“La querela? Io sono stato duro dicendo che un ministro non può esprimersi come un ubriaco al bar e dire quello che pensa, deve sempre mantenere un profilo istituzionale e deve mantenere sempre aperta la porta della diplomazia, soprattutto nei confronti di un paese fondamentale per il tessuto produttivo dell’Italia.

Perché io? E’ una questione di visibilità. Io ho un canale Telegram molto seguito, quasi 120 mila persone, quindi una critica che arriva da un canale che di fatto ha un seguito paragonabile a quello del Corriere della Sera (che, se uno sottare i resi, vende questo numero) chiaramente fa male che arriva.

Il ministro ha tentato di intimidirmi, come penso che sia un’intimidazione l’articolo del Corriere della Sera. La diffusione a mezzo stampa di materiale segretato è un reato e io spero che la Magistratura indaghi su questa questione. La mia impressione è che quello sia un materiale di origine giornalistica, di giornalisti vicini all’atlantismo.

La cosa che trovo veramente deplorevole è che in questo momento stanno parlando della questione tutti tranne i diretti interessati. Noi ne parliamo sui nostri canali, però sul mainstream non ci è data possibilità di parola eccetto che qui o su ‘La Verità’.

Fiorenza Sarzanini ha detto una cosa che secondo me è di una gravità inaudita: “Non importa quello che voi dite se sia vero o non vero, la questione, stando al report, è che le vostre informazioni vengano diffuse”. Loro vogliono il monopolio della superdiffusione, loro ti dicono: “Tu hai libertà di parola ma non hai libertà di essere superdiffuso”. Ti discreditano in modo tale che l’utente si tappi le orecchie mentre tu parli.

Io mi occupo di Donbass da 8 anni, ho fatto un documentario che è stato selezionato al Trieste Film Festival, tra l’altro girato sui due lati del fronte. E tu solo oggi ti accorgi che ho fatto propaganda putiniana, allora vuol dire che Putin ha buttato via i suoi soldi per otto anni. È una situazione ridicola.

Io già sono sulla lista di proscrizione ucraina, dove vengo considerato un criminale, e tu fai un operazione di questo tipo? Io ho un figlio, tu metti a rischio la mia vita. Dammi una prova, ma più che altro prima di pubblicare una cosa del genere dammi la possibilità di difendermi.

Io non posso più criticare il Governo che vengo attenzionato e sono oggetto di dossieraggio, ma stiamo scherzando? E poi mi vengono a dire che in Russia c’è la dittatura.

Hanno scritto idiozie senza fine.

La querela di Di Maio è una certezza. Adesso, perché si è schierato con la Nato e con il Governo, è diventato un intoccabile; fino all’altro ieri era una barzelletta. Agiscono cosi anche i giornali, quando non sei allineato ti randellano, adesso che si è allineato è diventato un intoccabile. Le dichiarazioni che ha fatto ultimamente sono imbarazzanti, è un personaggio imbarazzante. Io penso che glielo abbiano dovuto spiegare i suoi consulenti dove fosse il Donbass”.