Se non altro adesso è evidente, nessuno potrà più negarlo, a meno che vi siano ancora taluni che preferiscano compiere il gesto dello struzzo, quello di nascondere la testa sotto la sabbia, pur di non vedere. Nessuno potrà più negare il fatto che l’Occidente non è il regno della libertà e della democrazia.

L’Occidente è ben altra cosa rispetto alla sua edulcorante narrazione. Ora dopo le liste di proscrizione, con i cosiddetti nomi dei filoputinisti, dovrebbe cadere ogni maschera e crollare l’impalcatura di questo sistema che si celebra regno della libertà per nascondere, di fatto, un’essenza diametralmente opposta. L’Occidente oggi rappresenta il regno della propaganda, certamente, ma anche il regno di quell’imperialismo che dopo il 1989 pretende di sottomettere il mondo intero agli Stati Uniti d’America, intesi, come la parte giusta.

La globalizzazione, non è altro, sul piano geopolitico e del costume, che l’americanizzazione del mondo intero, l’americanizzazione che diventa forzata ove incontri resistenza, come nel caso della Cina e della Russia. Ecco dunque che la globalizzazione non coincide affatto con quella semplice traslazione di diritti e di democrazia con cui viene falsamente identificata. La globalizzazione è l’imperialismo post 1989.

Bisogna allora fare un lavoro di contro-storia e di contro-narrazione, rispetto a quello egemonica che gli Stati Uniti continuano a proporre. Chissà quanti sanno che per 32 dei primi 36 anni di vita degli Stati Uniti d’America detengono la presidenza possessori di schiavi. Come del resto possessori di schiavi furono quelli che misero a punto la dichiarazione di indipendenza e la costituzione degli Stati Uniti d’America.

Siamo davvero sicuri che si tratti della più grande democrazia del mondo? Del resto voi sapete bene che gli Stati Uniti d’America furono anche quella realtà che per molto tempo si fondò sulla schiavitù dei neri, con tanto di segregazione e di razzismo apertamente riconosciuto. Forse qualcuno ha anche memoria del c.d. Exclusion Act del 1982 con il quale gli USA discriminavano per legge i cinesi, spesso sottoponendoli a vere e proprie persecuzioni.

La più grande democrazia del mondo: siamo davvero sicuri che sia questa la realtà degli Stati Uniti? Siamo davvero sicuri che sia questa l’essenza della globalizzazione come coazione all’uniformazione planetaria, come imposizione del dominio di Washington al mondo intero. Siamo davvero sicuri che i veri nemici della libertà siano quelli che si oppongono a tale modello? Forse riusciremo a pensare altrimenti e a comprendere come le cose stiano molto diversamente rispetto a come vengono narrate.

Comprenderemo forse che oggi i veri eroi sono quelli che non si piegano alla globalizzazione USA, quei paesi non allineati che resistono e provano a non piegarsi, all’essere non allineati e ad essere colonie di Washington, come purtroppo l’Europa già da tempo è.