“Assange spia”, tremende accuse da giornalisti professionisti ▷ “Informare è diventato un reato”

Il Governo britannico ha avallato l’estradizione dagli Stati Uniti di Julian Assange: precisamente il 17 giugno da parte della Ministra degli Interni inglese Priti Patel. Ormai è noto: La persecuzione verso il fondatore di Wikileaks anziché vedere una fine, sembra anzi essere riconfermata a pieno regime. Ricordiamo che lo stesso nel 2010 pubblicò dei documenti governativi americani secretati sulla guerra in Afghanistan e Iraq. Fallimentari tutti i tentativi da parte dei legali di Assange di farlo restare nel Regno Unito. L’opinione pubblica e il mondo della stampa-informazione si unisce attorno ad Assange e non mancano proteste che evidenziamo come, con la decisione della corte inglese, la libertà e allo stesso tempo il dovere giornalistico di informare il popolo su ciò che accade nel mondo, siano stati sacrificati per proteggere specifiche persone e sistemi di potere ora più evidenti tra Regno Unito e USA.

Su Twitter si legge la dichiarazione di Wikileaks che specifica l’intenzione di ricorrere in appello da parte di Julian Assange: BREAKING: UK Home Secretary approves extradition of WikiLeaks publisher Julian Assange to the US where he would face a 175 year sentence – A dark day for Press freedom and for British democracy The decision will be appealed”. La giornalista Tiziana Ciavardini de Il Fatto Quotidiano è intervenuta ai nostri microfoni in diretta chiarendo la sua posizione: “Ci troviamo di fronte a una vicenda in cui il giornalismo investigativo è diventata un’impresa criminale. Ci sono giornalisti che affermano che Julian Assange sia un traditore, una spia”. Ecco l’intervento completo.

“Ci troviamo di fronte a una vicenda in cui il giornalismo investigativo è diventata un’impresa criminale. Ci sono giornalisti che affermano che Julian Assange sia un traditore, una spia. Ho ritrovato un articolo scritto da Sallusti sul giornale scritto il 12 aprile del 2019 nel quale appunto si schierava contro Assange dicendo che, pur essendo giornalisti, uno Stato ha il diritto di proteggere la sicurezza sua e dei suoi cittadini quindi secretando gli atti, la cui diffusione potrebbe essere pericolosa. Qui stiamo parlando di documenti che ci hanno mostrato che la Nato e gli Stati Uniti hanno perpetrato in alcuni paesi in maniera non legittima. Se ci si schiera contro Putin allora, come ha già accennato la moglie di Assange, Stella Moris, allora si è schierati da una parte. Se invece si va contro gli Stati Uniti e la Nato allora si diventa delle spie e questo non è corretto, soprattutto per chi si occupa di libertà di stampa.

La vicenda di Assange ci coinvolge tutti e coinvolge quelli che si occupano di informazione: se Julian Assange non verrà liberato, non saremo liberi anche noi. È un diritto dell’opinione pubblica sapere cosa stanno facendo i governi. Quella rivelata da Julian Assange è una verità scomoda e questo ha fatto molto male. Tanta la pena per quanto grave quello che ha scoperto, se avesse scoperto una cosa più leggera probabilmente non ci sarebbe stato questo grande caos. Sono state rivelate cose che dovevano essere segrete e questo non ha niente a che vedere con il discorso di ‘fare spionaggio’. Ci appelliamo a tutti, anche le istituzioni italiane dovrebbero intervenire”.