Da due anni e poco più i dibattiti ai quali prestiamo attenzione fanno capo a tutto ciò che gravita attorno all’emergenza sanitaria. Prima in un senso prettamente medico ed economico, poi (piano piano) anche sociale e morale. Se la diffusione del Coronavirus ha provocato destabilizzazione all’interno degli ambienti scientifici e lavorativi, provocando tensioni prima verso la ricerca di una soluzione identificata con il vaccino poi – di fronte anche a tante opposizioni e difficoltà gestionali – al contrasto dello stesso, oggi emergono ulteriori dati sensibili che riguardano perlopiù l’aspetto psicologico della questione.
Un chiaro esempio è caso degli insegnati. Coloro che non si sono vaccinati, infatti, vengono etichettati addirittura come ‘non idonei all’insegnamento’. Si tratta di un atteggiamento da parte del Governo che, chiaramente più forte, prevarica sul più debole. Ci troviamo di fronte a un ‘bullismo di stato’.
L’avvocatessa Giorgia Venerandi, segretaria dell’Associazione ‘Danni Collaterali’, analizza in diretta assieme a Fabio Duranti quest’ultimo stadio che attualmente sembra portare i cittadini a implodere: “I principi di compassione, solidarietà, comprensione e inclusione si stanno dissolvendo con l’attuale gestione sociale. Veniamo da due anni di gestione del nostro territorio-paese totalmente improntata a quella che viene definita fobocrazia “. La parola ‘fobocrazia’ fa infatti riferimento a una gestione governativa, a quanto sostiene l’avvocatessa, che oggi sembra essere radicata nel nostro paese: “Abbiamo un Governo che si comporta da bullo: tutte le minoranze che in questi due anni hanno tentato di far sentire la loro voce in qualche maniera, sono state tacitate in maniera forte. Io sono contraria a far passare il concetto di ‘novax‘, è una categorizzazione che serve a creare odio sociale“.
“Nell’ambito processuale il principio è quello del Win-Lose. Sono vent’anni che la mia che la mia azione sociale è integralmente spiegata a favore del fenomeno del bullismo, veramente pervasivo più di quanto noi pensiamo. Occupandomi, quindi, di minori e di vicende processuali che, sotto il cappello del fenomeno del bullismo, poi hanno dei risvolti di rilevanza penale. Se immaginiamo qualche risvolto processuale penale relativo a minori che si sono trovati a compiere azioni definibili ‘da bulli’, portando la vicenda all’interno di un processo rischiamo di avere un soggetto vincitore e uno perdente, che viene stigmatizzato come ‘bullo’ e porterà questa etichetta addosso forse a vita se non si lavora nella maniera più adeguata”.
La nascita di una fobocrazia alimentata da una cattiva informazione
“Compassione, solidarietà, comprensione, inclusione sono tutti principi che, a mio avviso, si stanno dissolvendo con l’attuale gestione sociale. Veniamo da due anni di gestione del nostro Paese totalmente improntata su quella che viene definita ‘Fobocrazia’, cioè governare un paese sulla base di un allarme prolungato, sostanzialmente diffondendo paura ed è proprio quello che stiamo vivendo. Questa paura per molti di noi può essere il motore emotivo principale, ma è chiaro che è stata enfatizzata e stimolata non solo da una cattiva informazione, ma anche da una cattiva gestione governativa. Se noi abbiamo un Governo che si comporta da bullo, effettivamente possiamo dire che tutte le minoranze che in questi due anni hanno tentato di far sentire la propria voce, in qualche maniera sono state tacitate con le maniere forti”.
“Tutti ricordiamo il caso dei portuali di Trieste o il povero runner che correva da solo sulla spiaggia. Quando una società viene gestita con la paura si crea una diffusa angoscia sociale che, se non trova una valvola di sfogo, tende a fare implodere la società. La valvola di sfogo naturalmente viene individuata o in una piccola categoria di esseri umani, o in una più vasta. Questa è la tecnica della Fobocrazia. La categorizzazione è un altro grande problema. In questo caso, nella prima fase della pandemia, erano i runner, che andavano a correre da soli, sui quali ci siamo domandati che tipo di danno potessero fare alla società, oggi invece sono coloro che scelgono di non vaccinarsi, utilizzando i farmaci di Pfizer e di Moderna. Inoltre, sono profondamente contraria a far passare questo concetto di no vax, che è una categorizzazione sociale che genera odio sociale, bullismo”.
L’emarginazione dei non vaccinati
“Questi atteggiamenti eccessivi arrivano fino all’estremo dell’emarginazione dell’essere umano che è una delle manifestazioni del bullismo. Bullismo non è solo la percossa, o il danno fisico, ma si estrinseca e forse è anche il più pericoloso, in quella sua componente psicologica che è proprio data dall’emarginazione del soggetto che si vuole ferire. Ho avuto persone intorno a me che, sul posto di lavoro, sono state emarginate dai colleghi he non le hanno più accolte nella sala mensa perché non vaccinate. Anche i casi degli insegnanti che, se non vaccinati, vengono ritenuti ‘non idonei all’insegnamento’ è una forma di ‘bullismo di stato’, che si contraddistingue per un atteggiamento di prevaricazione del più forte rispetto al più debole ed è chiaro che un Ministero, un Governo siano certamente più forti di un insegnante da solo e proprio lì esprimono tuta la loro essenza di gradassi. Il comportamento dello Stato come bullo nei confronti dell’insegnante viene sottolineato ed enfatizzato in maniera positiva dall’informazione”.