PNRR, nuova stretta UE sull’Italia ▷ Bagnai: “Un memorandum come quello della Grecia”

La Commissione UE ha parlato: l’attenzione è alta sul debito pubblico e sulla crescita sostenibile.
L’annuncio della sospensione degli obblighi del Patto di stabilità, dovuta alla situazione di incertezza del momento, non è “un tana libera tutti”, tiene a precisare il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.
In particolare, rivolgendosi all’Italia, la Commissione invita a “una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità di bilancio nel medio termine”.
Con l’avvicinarsi del voto nei comuni (12 giugno) e l’Europa che manda le sue “raccomandazioni”, sono aumentate, le già presenti, tensioni nei partiti. Si chiede all’Italia di “allineare i valori catastali ai valori di mercato attuali, razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali”, ma il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, lo ha detto chiaramente: “Questo non rappresenta una richiesta di aumento di tasse o di reinserire tasse sulla prima casa ma una necessità per l’Italia”.
Gli “inviti” hanno però suscitato la risposta del centrodestra e Matteo Salvini che danno un no convinto ad “ogni ipotesi di aumento delle tasse sulla casa e sui risparmi degli italiani”.

I motivi li ha spiegati l’Onorevole Bagnai della Lega ai microfoni di “Lavori in Corso”.


“Il PNRR è un memorandum. Fu un memorandum quello imposto alla Grecia in cambio del salvataggio (che non l’ha salvata molto).

Il memorandum è come una “lista della spesa” delle cose che un paese del fare per entrare nella lista dei paesi buoni e quindi poter accedere a finanziamenti che lo “salvino”.

Purtroppo la Commissione europea ha perso la superiorità e la legittimità morale per dire agli altri cosa fare perché l’ultimo decennio a partire dalla gestione della crisi del 2010 non è stato un decennio di successi.

Da ben prima di essere senatore e di far politica sto cercando di attirare l’attenzione degli Italiani sulle assurdità di certe regole che ci siamo dati. In nessun libro di economia c’è scritto che bisogna intervenire in modo restrittivo in una fase in cui la recessione è già dietro l’angolo.

La guerra ha fatto chiarezza su almeno un paio di cose. La prima: alla lunga lista degli insuccessi dell’Unione Europea dobbiamo aggiungere gli obiettivi di transizione ecologica che si era data, perché questi obiettivi si sono rivelati fasulli e insostenibili. Per loro la guerra è stata una fortuna, perché almeno possono dire che la colpa del mancato raggiungimento degli obiettivi è dovuto alla guerra. Ai politici europei va lasciata una via di fuga: diano quindi la colpa a Putin.

Si ricominci a pensare anche al PNRR perché se deve essere concepito come strumento per condizionare la politica economica italiana…possiamo farne a meno.

La riforma fiscale non è assolutamente tra gli impegni del PNRR quindi la riforma del catasto non ha nulla a che vedere con le rate del piano.

Quanto al PNRR, è abbastanza evidente che bisogna intervenire. Si è venuta configurando una struttura non propizia per una ripresa del paese. Abbiamo una tabella di marcia con un pulviscolo di mini-obiettivi…questa strada non porta da nessuna parte.

Noi riteniamo che Bruxelles in economia spesso sbagli e abbiamo l’intenzione di riprendere il controllo dei processi economici del nostro paese.

Il problema che ha condotto alla recessione è l’inflazione da offerta. Questa cosa non era prevedibile ma io lo avevo previsto nel 2020. Se la pandemia è stata gestita come è stato fatto, le aziende sono fallite, questo è il risultato (ci sono meno imprese per produrre beni). La guerra su questo non c’entra più tanto, aggrava però la situazione.

L’impatto sui prezzi è quello che ha strozzato la ripresa, la Lega ha provato a far presente questa preoccupazione.

Stiamo provando a trovare un accordo sul Ddl Concorrenza, ci arriveremo perché una prova di forza non fa comodo a nessuno. Se venisse posta la fiducia su una legge delega, quello sarebbe una cosa brutta”.