Dove si può spingere la libertà d’informazione? Continuano le polemiche dopo l’intervista rilasciata alla trasmissione Zona Bianca dal Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Sotto la lente d’ingrandimento non solo le parole dell’uomo considerato il numero due del Cremlino ma soprattutto le modalità giornalistiche dell’intervento ai microfoni di Giuseppe Brindisi.

Le parole di Lavrov sul legame tra Shoah, Hitler e Zelensky hanno destato grande clamore. Il passaggio immediato è stato condannare le discutibili dichiarazioni del Ministro e in una fase immediatamente successiva l’ intervista stessa, considerata sbagliata nei modi, priva di una reale contradditorio e dai toni propagandistici. Parole di fuoco sono state spese da esponenti politici di primo piano, da Enrico Letta a Mario Draghi. Partendo da una critica dei contenuti dello scoop di Rete 4, le critiche sono giunte a condannare in toto l”intera operazione giornalistica.

Per Antonio Rinaldi, eurodeputato della Lega, un ruolo fondamentale nell’ alimentare tale clima censorio è stato lo zampino dell’Unione Europea, particolarmente critica e contraria ad interviste di esponenti della politica russa dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. Come spiega Rinaldi interviste di questo genere al contrario rappresentano un’importante fonte di informazione, permettendo di conoscere le posizioni contrapposte e poter giudicare.

L’intervento di Lavrov in tal senso sarebbe del tutto controproducente per la propaganda del Cremlino, evidenziando tutti i limiti della retorica russa. La libertà d’informazione in tal senso non può essere sacrificata sull’altare di una presunta “stupidità” degli italiani, pronti ad abbeverarsi, secondo Bruxelles, alla fonte di Mosca senza elaborare una reale analisi critica e cadendo così nelle maglie della guerra ibrida russa.

Antonio Rinaldi in diretta a “Lavori in corso”

“L’Unione europea ha ammonito l’Italia nel non invitare personalità, opinionisti russi e che sono vicini a coloro i quali sono stati sanzionati come alcuni media russi. Un conto è far questo discorso, un conto è fare la censura. Il giornalista riporta quello che lui vede. È chiaro che Lavrov ha fatto diversi scivoloni forti per modo di dire. Facciamoli parlare, se parlano così si autoescludono. Più parlano e più si fregano da solo. Gli italiano non sono fessi e si rendono conto nel dibattito. Questa posizione dell’Unione europea non ci è piaciuta. La Lega ha fatto una nota in cui spiega che un contro è criticare le parole di Lavrov, un altro attaccare una rete come Mediaset. La censura non ci piace e non è assolutamente auspicabile. Abbiamo tutti gli strumenti per poter parlare, criticare ma non certo farci influenzare da chi pensa che siamo completamente cretini”