Ombre di caratura biblica aleggiano sul Pontificato di Bergoglio. Il Papa che ha riportato la dottrina francescana all’interno del Vaticano potrebbe nascondere una sorta di peccato originale, talmente oscuro da mettere a repentaglio l’intero operato da vicario di Cristo in Terra. Tutto ha inizio nell’anno che ha rivoluzionato la vita di miliardi di fedeli, il 2013. “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio – disse Papa Ratzinger – sono pervenuto alla certezza che le mie forze non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero”. Era il 10 febbraio quando quelle parole gelarono il mondo intero. Un mese dopo, il 13 marzo 2013, dalla fumata bianca uscì la figura di Francesco.

Benedetto XVI riveste da quel momento la carica di Papa emerito, un ruolo che ha pochi precedenti nella storia, nessuno nei secoli più recenti. Un evento talmente raro che merita di essere accertato e approfondito, capace anche di nascondere retroscena in grado di ribaltare la narrativa ufficiale. La versione del Pontefice dimissionario perché privo di ogni energia necessaria non convince il giornalista Andrea Cionci: “Sono esattamente due anni dal 2020 – ha riferito in diretta – quando mi sono insospettito per gli errori di latino nella ‘Declaratio’, che è questo documento con cui Papa Benedetto XVI nel 2013 si sarebbe dimesso. Poi si è scoperto che quel documento non era affatto un’abdicazione, ma era un candido e semplice annuncio con cui lui si ritirava in sede impedita”.

La tesi sostenuta dall’autore dell’inchiesta, già presentata dallo scrittore in una precedente diretta – inquadra un Papa prigioniero, non libero di esprimersi, il quale dunque starebbe cercando di comunicare con il mondo esterno attraverso il ribattezzato “Codice Ratzinger”. Come quando si è rivolto al cardinale Gerhard Ludwig Müller nel 2017: “La vostra tristezza per la fine del mio Pontificato si è tramutata in rabbia verso di me e verso la fine del mio Pontificato”. Una frase – sostiene Cionci – in cui il Pontefice rivelerebbe la continuazione del suo ministero, soltanto in sede impedita.

L’approfondimento con Andrea Cionci a Un Giorno Speciale, ai microfoni di Francesco Vergovich.