L’affezione con la quale l’Italia e gran parte degli italiani abbracciano ancora le restrizioni vigenti non sembra avere precedenti nel resto del mondo. Quello che da noi viene annunciata come fine dell’emergenza, da altre parti è coincisa con il livello massimo di misure anti Covid emanate nel corso degli ultimi due anni. Anzi, come abbiamo documento in diverse occasioni, ci sono Paesi che non hanno mai toccato lo stato di allerta percepito all’interno delle nostre mura.

Neanche con la somministrazione di massa, garanzia di salvezza a detta dei più, il nostro Paese è riuscito a sbarazzarsi di dispositivi di prevenzione e protezione. E quando si è arrivati a un numero di inoculazioni già più elevato rispetto ad altre Nazioni, il Governo ha pensato bene di introdurre una tessera verde che ha ristretto le libertà di una minoranza. Non c’è traccia di Green Pass in territori che non distano così tanti chilometri dai confini italiani. Persino la Francia che con Macron ha dato il via all’utilizzo improprio della certificazione non ha stretto le maglie in egual misura. Poco più giù, in Spagna, non si conosce neanche il termine. E mentre da noi si dibatte se eliminare l’obbligo di mascherina al chiuso, gli iberici non stracciato questa costrizione (eccezion fatta per mezzi di trasporti pubblici, ospedali, centri sanitari e residenze per anziani).

Chi di recente ha provato in prima persona la disparità tra la gestione all’italiana e il resto del mondo è il professor Alessandro Meluzzi, intervenuto in diretta insieme a Giovanni Frajese e Alberto Contri. Ecco il commento a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti.

“Oggi in Spagna sono stati tolti tutti gli obblighi, in Francia sono stati tolti da un po’. Non si vedono più mascherine nei ristoranti, nelle trattorie e nei bar. Direi che il virus ha una predilezione per la razza italica.

Il Green Pass? In Francia purtroppo Macron ha imposto un sistema parapolitico simile al nostro, in Spagna no perciò non sanno neppure cosa è. Dobbiamo sapere che c’è una logica che guida tutta questa strategia e non ha niente a che vedere con i virus e gli anticorpi. Questo è un puro pretesto che è servito, serve e continuerà a servire per creare una situazione distopica di cui c’è bisogno. Se noi avessimo la sventura (per questa casta che ci governa) di ritornare alla perfetta normalità, loro sarebbero fottuti e quindi cercheranno di fare di tutto non solo per allungare il brodo. Prepariamoci al peggio.

Il virus a tutte le età a questo punto si rivela una sola, è un raffreddore di bassa portata e molto di quello che è accaduto oggi viene nascosto addirittura con il segreto militare, come abbiamo visto. Sono preoccupato per il prossimo inverno perché niente ha a che vedere con la salute e la malattia ma con una spietata strategia che dovrà includere crisi energetica, tracollo finanziario e controllo sociale tramite il fantasma del Covid.

Possiamo continuare a diffondere, promulgare e spiegare e non farci reprimere, silenziare e quindi cercare di far ragionare il maggior numero di persone possibile. Tramite un meccanismo psicologico rischiamo una dissonanza cognitiva, quello per il quale è molto difficile far accettare a qualcuno un atteggiamento svalutativo delle sue opinioni che sono state gabbate, in qualche modo. L’altra cosa importante è quella di opporci in tutte le sedi istituzionali, legali, giuridiche per mettere più sassolini lungo la loro strada”.