Giorgio Bianchi rovescia la sceneggiatura degli ultimi anni ▷ “Orchestrata da centrali di potere”

Alzi la mano chi ha sentito parlare del terrorismo islamico una volta subentrata l’emergenza Covid. Allo stesso modo si faccia avanti chi è riuscito a seguire tutte le ultime novità su pandemia, vaccini e restrizioni dopo lo scoppio della guerra. Quelle tremende immagini iniziate lo scorso 24 febbraio hanno sgombrato il campo della minaccia che solo il giorno prima era considerata il male del mondo. Talmente grave da obbligare le persone a inocularsi una sostanza dai rischi incerti e dai benefici insicuri.

La narrazione è sempre la stessa, orchestrata da un sistema che si serve dei media per portare avanti il proprio progetto politico. Lo paragona a un saggio musicale il reporter Giorgio Bianchi, ospite in diretta insieme all’avvocato Renate Holzeisen. Uno spettacolo dove “cambiano gli spartiti, ma il direttore di orchestra è sempre lo stesso”. Così si susseguono i nemici, presentati agli occhi dei cittadini inermi come al limite dell’indistruttibile. Che siano degli attentatori in grado di mettere in pericolo l’intero Occidente, che sia un’infezione incurabile, che sia un leader politico improvvisamente impazzito, finisce sempre con un’emergenza che regola la vita di tutti.

Il sistema che regge tutta la sceneggiatura degli ultimi anni è stato messo nero su bianco da Giorgio Bianchi, ai microfoni di Fabio Duranti.

La centralità del potere informativo

Giorgio Bianchi: il Green Pass non è arrivato per caso, non è una scelta di politica sanitaria. È stata una chiara ed evidente scelta politica e vedrete che il Green Pass c’entrerà con il razionamento, a trasformarlo in una tessera annonaria è un attimo.
Il problema di fondo è l’utilizzo politico che si fa di questi eventi. Hai più sentito parlare di terrorismo islamico? Da quando è scoppiata la pandemia non si è più sentito nominare un terrorista islamico in Europa. Lo capite che tutto questo è una narrazione, ci sono delle idee centrali e delle sceneggiature che vengono consegnate dalle stesse centrali di potere all’apparato propagandistico? E lo consegnano poi ai social network, lo rimandano nei nostri cellulari e lo diffondono a milioni di persone. Cambia lo spartito e la musica da un momento all’altro e milioni di persone abbandonano uno strumento e cominciano a suonare un’altra musica ma il direttore di orchestra è sempre unico.

E poi il dittatore sarebbe Putin? Qui in Russia c’è un partito di opposizione al Governo, in Italia non c’è n’è uno straccio: sono tutti in ginocchio, schierati davanti a Mario Draghi. È una roba impressionante. Quello che mi stupisce è che non se ne accorge nessuno e nessuno trovi singolare che i giornali russi vengano chiusi in Europa. Decido cosa leggere, non Mario Draghi o Von der Leyen. L’apparato dell’informazione deve essere militarizzato perché loro devono essere gli unici a timbrare di autorevolezza la narrazione ufficiale, le contro narrazioni devono essere una roba cialtrona e non devono accedere allo strumento di super diffusione altrimenti sono dolori di pancia. Sono talmente idioti che non si stanno rendendo conto di cosa stanno maneggiando.

Propaganda e Parlamento: parallelismi

Renate Holzeisen: ne vediamo di tutti i colori nella propaganda italiana ma sappiamo che, a livello comunitario, è incarnata dalla Presidente della Commissione Europea e non solo. Abbiamo un Parlamento Europeo composto da parlamentari che partecipano a questa incredibile narrazione ufficiale che (evidentemente) è frutto di inaccettabile propaganda unilaterale. Il servizio e l’impegno che offrono persone come Bianchi sono fondamentali. Dopo la narrazione della pandemia con tutti i danni che ci ha causato e continua a causare (inclusi morti e danni irreversibili alle persone che vengono sottoposte a una inoculazione di sostanze sperimentali) adesso vediamo questa narrazione che in gran parte ha sostituito (o funziona parallelamente) in una situazione che evidentemente non può essere raccontata come ci viene fatto dalla stragrande maggioranza dei media.