È giallo sull’acciaieria-bunker di Mariupol ▷ Prof. Contri: “E se là sotto ci fosse davvero un bio-lab?”

Mariupol, acciaieria di Azovstal, teatro bollente della guerra in Ucraina. Questa zona industriale è da giorni di fatto l’ultimo baluardo della resistenza nella città sud-orientale del Paese. Un fortino eretto dal nucleo militare più discusso, il famigerato Battaglione Azov, che sarebbe in compagnia di civili inermi e sull’orlo del burrone. Accerchiati e bombardati, gli ucraini presenti nella struttura non hanno finora accettato la resa nonostante hanno visto le macerie aggiungersi colpo dopo colpo.

Così mentre Mariupol è ormai considerata presa dai russi – “la fine dell’operazione per liberare Mariupol è un successo”, ha riferito il presidente Vladimir Putin – quell’unico barlume gialloblù continua a restare cosa ucraina. Contestualmente alla rivendicazione trionfale sul controllo della città, il leader del Cremlino ha anche ordinato di annullare l’assalto “inopportuno” all’acciaieria. L’agenzia russa Tass riporta le parole pronunciate in un incontro con il ministro della Difesa Sergei Shoigu: “Non c’è bisogno di arrampicarsi in questa catacomba e strisciare sottoterra lungo queste strutture industriali”.

Il bunker regge, per il momento. Resta da comprendere le motivazioni che hanno portato le milizie ucraine a una difesa così strenua di un unico sito, circondato da un’intero territorio ormai occupato dai russi. Si è fatta largo, ad esempio, l’ipotesi della presenza di uno tra i diversi laboratori di biotecnologie made in Usa. Una versione nemmeno presa in considerazione dai cosiddetti professionisti dell’informazione, puntualmente riportata in diretta dal Prof. Alberto Contri. Questo il suo intervento a Un Giorno Speciale, insieme a Giovanni Frajese e Alessandro Meluzzi, ai microfoni di Fabio Duranti.

“Due deputati dell’opposizione ucraina, tempo fa, avevano denunciato e avevano chiesto che Zelensky chiarisse come mai ci sono 20 laboratori di biotecnologie in Ucraina. In particolare là sotto (acciaieria di Azovstal, ndr.) con anche centinaia di medici, specialisti, militari provenienti da tutti i Paesi della Nato. Almeno citiamola come ipotesi.

Mi meraviglio che non ce ne sia uno che avesse detto almeno un’ipotesi, un ‘se allora fosse vero che c’è un laboratorio là sotto?’. Abbiamo testimonianze da tutte le parti. C’è un bellissimo articolo di Ruggiero Capone che scrive nei dettagli cosa c’è là sotto. Anche Maurizio Blondet e tanti altri. Sono complottisti? Va bene, perché allora non vogliono che si arrendano? È paradossale. Sono stati intercettati quelli del Battaglione Azov che chiedono a Zelensky di volersi arrendere, lui ha detto no. Preferisce che vengano sepolti lì sotto”.