Conflitto d’interessi, disinformazione e monopolio. I pericoli del sistema dei media divengono sempre più concreti. Da minacce potenziali, oggi le criticità del mondo dell’informazione sono divenute realtà concreta. Il meccanismo della comunicazione di massa vive una fase declinante, un’involuzione monopolistica che stride con le molteplicità, almeno apparenti, dei canali comunicativi. Se il mezzo è il messaggio, il sistema dei media non vive di uno stato di salute ottimale.

Le piattaforme social hanno contribuito a costituire nuovi spazi di dibattito ma allo stesso tempo hanno legato il discorso pubblico a società proprietarie private con forti interessi economici e politici. Il potere di espressione viene ridimensionato da un capitalismo della sorveglianza sempre più aggressivo. Le speranze riposte nell’avvento dei canali comunicativi digitali appaiono ormai largamente smentite da forme degenerative di controllo sempre più stringenti. Il proliferare di presunti fact checkers, cacciatori di false notizie, è solo uno dei tanti strumenti per i nuovi “padroni del discorso” di poter imporre narrazione univoche e tacitare voci dissenzienti indipendenti.

L’intervento di Fabio Duranti in diretta

“Da anni mi occupo di questi temi. La questione dei Fact Checkers nasce come progetto studiato già molto tempo fa. Una parte di persone in buona fede ha capito una cosa diversa dalla realtà, un’altra parte invece è costituita da soldati guidati da chi vuole imporci. Oggi l’informazione non è più gestita da persone che autonomamente formano il proprio pensiero. L’informazione è ormai un mercato. Non esiste più il giornalista animato dalla volontà di raccontare una verità che lui cerca di scoprire informandosi e mettendo a confronto le opinioni e i fatti. Il pubblico è il suo datore di lavoro a cui deve rispondere. La stampa, come dicono quasi tutte le costituzioni liberali compresa quella italiana, è al servizio di chi è governato non di chi governa. La stampa non può essere soggetta al Fact Checking o a una censura. Io devo poter dire anche che la terra è piatta. In quel caso sono un cretino e il pubblico può avere la dimostrazione contraria nei fatti. Oggi invece, con la scusa di evitare la disinformazione come se noi fossimo tutti dei dementi non in grado di distinguere una notizia vera da una falsa, si portano avanti queste operazioni…”

“Queste fosse comuni chi le fa? E a che scopo? Stesso discorso per i missili tirati sui civili. Per quale motivo nel corso di una guerra, ove si è dichiarato che questo non si sarebbe fatto, dovrebbero far questo? Per poi ritrovarsi sui giornali di tutto il mondo additati? Li però subentra un ragionamento che ogni persona dovrebbe fare. Ma probabilmente vogliono trattarci tutti da scemi o cretini. Quindi loro cosa dicono: “Ci penso io, creo un filtro”. Attenzione, chi fa questi filtri? Il filtro non viene effettuato da un soggetto terzo, un gruppo di magistrati o da persone che non hanno interessi in conflitto. Il filtro viene effettuato da soggetto che hanno interessi in conflitto. In pratica io pubblico notizie in rete, faccio soldi creando giornali online e dico che gli altri invece fanno disinformazione e creo un meccanismo per il quale te vieni escluso dalla pubblicazione, dal guadagno e quindi sono solo io a dare notizie. Questa è una cosa già allucinante di suo e non serve essere dei geni per capirlo. Questi soggetti fanno addirittura dei manifesti in cui dicono di lavorare per fermare la disinformazione e le notizie false. Meta (quindi Facebook) lo dice pubblicamente e annunciano di interrompere gli incentivi economici. In sostanza plasmano le persone con le loro informazioni dicendo che le tue non sono buone”.