L’obbligo vaccinale per il personale scolastico rimarrà in vigore fino al 15 giugno, ma dal 1° aprile i docenti sono tornati a lavoro con il piccolo dettaglio che non hanno possibilità di insegnare. E’ l’articolo 8 del Decreto Covid che sancisce l’obbligo e a più livelli: scuole paritarie, statali, professionali ma anche università. Avere il vaccino è perciò requisito principale per poter lavorare a contatto diretto con gli alunni, in barba alla logica e alla sicurezza. E cosa faranno quindi gli insegnanti decisi nell’evitare la puntura?

Lo raccontano testimonianze dirette diventate virali sul web: persone relegate in scantinati e in spazi fatiscenti, perfettamente in salute, solo per non aver acconsentito alla somministrazione del farmaco. Ne mostra alcuni esempi in diretta Fabio Duranti, che pone una delle domande chiave della questione: “Come ci siamo arrivati? L’insegnante che deve essere recluso in uno scantinato o in un’infermeria, come se fosse una punizione di fronte ai suoi alunni!”.

Una funzione perciò di semplice presenza, accantonata e formalmente definita di ‘supporto’, che rivela tutto il suo lato più contraddittorio nella presunta “fine dell’emergenza”, come evidenzia il Professor Giovanni Frajese: “Qui ormai siamo a livello psichiatrico. Lo stato di emergenza è finito perciò si dovrebbe tornare a uno stato di normalità. Come si fa, in uno stato di normalità a prendere delle persone sane, pagargli lo stipendio, farle venire a scuola e a tenerle in punizione all’interno di una stanza?”. Il silenzio dei sindacati è assordante in questi momenti bui, quando anche la politica sembra girarsi dall’altra parte per non vedere e non sentire: “un tempo per una cosa del genere sarebbero scesi in piazza con le bandiere rosse. Dove sono finiti? Cosa è successo al Paese, è rimasto qualcosa di ciò che era?“.

Scuola, politica e diritti fondamentali. Anche Enrico Michetti interviene in diretta sottolineando il ruolo del diritto in questa cornice drammatica subita dal personale scolastico “sempre più fuori dallo Stato di diritto”: “Ci troviamo alla preistoria del diritto del lavoro. Lì c’è la circostanza che il lavoratore è costretto a lavorare in ambienti insalubri. Viene trattenuto come fosse ostaggio. La sanzione diventa mediatica, psicologica, fisica. Si stanno portando avanti dei provvedimenti di legge incostituzionali, da tre anni ormai. Siamo stati i primi a contestare i DPCM. Se il Parlamento è complice è chiaro che queste cose difficilmente riescono ad avere una giustizia immediata perché hanno una copertura normativa. Stiamo perdendo la democrazia e il rispetto per l’essere umano, il lavoratore. Si sta mortificando chi la pensa in modo diverso da te, che è caposaldo della Costituzione e dell’art. 21. Ti buttano dentro uno scantinato? Mi dite cosa c’entra questo modo di comportarsi con la democrazia? Ci troviamo dinanzi a un abominio, immagino che questi signori faranno ricorsi. Ci stiamo involvendo. Della pace non parla nessuno, si parla ormai solo di sanzioni”.

Così Fabio Duranti, Giovanni Frajese e Enrico Michetti analizzano il cambiamento sempre più evidente (e voluto?) che la nostra società sta affrontando come se si stesse involvendo su più fronti: sociale, istituzionale e politico. Ecco l’intervento completo in diretta.