Una primavera della giustizia alle porte? La auspica il leader della Lega Matteo Salvini, che ieri ha incassato un 5-1 dalla Corte Costituzionale sull’ammissibilità dei referendum. Risultato netto, quasi un “clean sheet” seguendo il filo del gergo calcistico. Promossi insieme ai Radicali, i quesiti puntano a rivoluzionare i tribunali italiani proprio a 30 anni da Mani Pulite. Passano all’insindacabile giudizio del popolo italiano le proposte sulla riforma del Csm, sull’abolizione della legge Severino, sui limiti agli abusi della custodia cautelare, sulla separazione delle carriere dei magistrati sulla base della distinzione tra funzioni giudicanti e requirenti, sull’equa valutazione dei magistrati. Bloccato dalla Consulta presieduta da Giuliano Amato l’iniziativa sulla responsabilità civile diretta dei magistrati, vale a dire la possibilità per il cittadino di chiamare direttamente in causa il magistrato che ha commesso un presunto errore.

Nulla da fare anche per le proposte di referendum su eutanasia e cannabis, frutto di altri movimenti politici e associativi. Un via libera che avrebbe reso la vita più facile anche ai quesiti sulla giustizia. Più agevole sarebbe stato l’ottenimento del quorum necessario per renderli validi. Resta comunque valida la strada dell’election day, mandando alle urne gli italiani in due giorni primaverili sia per il voto referendario che per le amministrative (dove coinvolti saranno parecchi capoluoghi).

Il commento a queste ore frenetiche di Matteo Salvini in diretta a Lavori in Corso, con Stefano Molinari.

“I quesiti sulla giustizia che verranno votati saranno ben cinque su sei. E potranno essere una rivoluzione. Una pacifica rivoluzione a 30 anni da Mani Pulite e decine di migliaia di arrestati, indagati e assolti dopo. Saranno gli italiani (non solo il Parlamento che per 30 anni ha fatto poco) a poter cambiare la giustizia italiana. Devo dire che mi è dispiaciuto il fatto che siano stati invece stoppati due referendum a cui io avrei votato contro: sia sulla morte procurata che sulle droghe. Però il referendum è il trionfo della democrazia. Quindi quando il popolo può decidere, scegliere, informarsi, dibattere, discutere è sempre una buona notizia. E quindi mi spiace che non siano passati tutti. I cinque referendum sulla giustizia, se approvati, cambierebbero radicalmente la vita dei tribunali italiani. Mettere le mani sulla giustizia, riportare un po’di merito nei tribunali, separare le carriere, togliere la politica, la lottizzazione, le correnti modello Palamara dalle nomine. Oggi non è vero che la legge è uguale per tutti. Ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B, imputati di serie A e imputati di serie B. E quindi io penso che sarà una bellissima occasione per gli italiani.

Election Day? Si risparmiano duecento milioni. E di questi tempi, visto che prima di collegarvi con voi ero al telefono con i nostri parlamentari – domani c’è il decreto bollette, il decreto energia, luce e gas – per carità duecento milioni non ti salvano un bilancio dello Stato, ma con duecento milioni ne aiuti di famiglie. Se si votano insieme le amministrative (che ci sono a Rieti piuttosto che a Frosinone) e il referendum tu risparmi quella cifra lì.

Alcuni colleghi giornalisti quando a dicembre parlavo dell’emergenza bollette mi dicevano: ma come? Con tutti i grandi problemi che ci sono al mondo, con il Covid, tu ti occupi delle bollette… Sì, mi occupo delle bollette perché oggi è emerso quello che si vedeva per chi lo voleva vedere. Quindi domani, spero che arrivi una cifra non meno di 5,6,7 miliardi per aiutare le famiglie più in difficoltà, subito, in questo primo trimestre a rateizzare quello che non possono pagare. E soprattutto i piccoli: artigiani, commercianti, piccoli imprenditori”.