Nel Paese si inizia davvero a respirare un’aria letteralmente insopportabile, sempre più simile a quella propria di un Paese in balia della guerra civile, dilaniato dallo scontro orizzontale tra i cittadini. Del resto lo avevamo ampiamente previsto, allorché dicemmo in concomitanza con l’epifania dell’infame tessera verde che essa avrebbe generato quello che appellammo l’effetto Sarajevo. Uno scontro spietato tra cittadini che fino al giorno prima convivevano pacificamente tra loro.

Ebbene sì, è in atto una vera e propria guerra civile strisciante tra gli italiani divisi secondo la dicotomia tesserati e non tesserati, benedetti e non benedetti. Il clima da guerra civile ovunque. Leggo, ad esempio, che a Lucca sono comparse in questi giorni dei volantini assolutamente inqualificabili che dicevano testualmente: “Ai no vax zyklon b”. I professionisti dell’informazione di Repubblica o del Corriere della Sera che cosa hanno detto a proposito? Per ora non abbiamo registrato grandi moti di proteste in verità. Sicuramente non paragonabili a quelli che si sono registrati ogni qual volta i cosiddetti no vax sono insorti. Sia chiaro: la violenza deve essere condannata in un caso come nell’altro. Ed è proprio quello che stiamo facendo mostrando l’assurdità di questo teatro patetico dello scontro tra filo-vaccini e anti-vaccini.

Uno scontro surreale anzitutto perché la posta in palio è altrove. Una posta in palio di tipo politico, sociale, economico. In sostanza, la lotta non è tra chi è a favore del vaccino e chi non è a favore del vaccino. Ma tra chi ancora crede nei diritti, nella Costituzione, nella libertà e chi invece ritiene che in nome di un’emergenza pensata per essere infinita si possa sospendere tutto e mettere in congedo ogni diritto e ogni libertà.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro