Il sistema politico italiano vive del delicato equilibrio tra Governo e Parlamento. Il potere esecutivo ha il suo contraltare nella fiducia parlamentare, espressione del voto popolare. La rappresentanza degli elettori esprime infatti i suoi rappresentati il cui voto diviene fondamentale per la fiducia al Presidente del Consiglio, carica assegnata dal Capo dello Stato.

L’alterazione di tale delicato equilibrio vede un progressivo depotenziamento del potere parlamentare e il rafforzarsi della carica dell’esecutivo. In particolare il significativo rafforzamento della presidenza del Consiglio grazie alla figura del premier è divenuto un possibile vulnus costituzionale. La figura in special modo di Draghi sembra aver posto sotto scacco la democrazia parlamentare. “Io ritengo” sottolinea Forciniti “che il parlamentare abbia persino più dignità e diritto perché rappresenta i cittadini rispetto al capo dell’esecutivo. Draghi dovrebbe entrare in punta di piedi perché è un ospite del Parlamento”.

In tal modo si assiste alla definizione di una costituzione materiale nelle forma di una sorta di sultanismo che, superando i vincoli della divisione dei poteri, impone un potere centralizzato e calato dall’alto. Il ruolo del Parlamento appare dunque fortemente depotenziato nel suo ruolo di rappresentanza e di limite ai poteri dell’esecutivo.

Le parole del deputato Francesco Forciniti ai microfoni di Fabio Duranti.