Il documento “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”, scritto inter alia dal professore Mario Draghi, prima che diventasse il presidente del Consiglio italiano, e da 30 dei più importanti banchieri del mondo, prevede secondo un perverso modo di ragionare un processo salvifico di accelerazione dell’innovazione e del cambiamento, un’accelerazione verso l’ambiente da un lato e il digitale dall’altro.

È lì che l’oscuro funzionario europeo ha deciso che debbano essere dirottate le risorse date dalle tasse degli italiani e non verso ciò che realmente serve alla piccola impresa che costituisce il nervo di questa penisola e che fece il miracolo italiano. Il punto fondamentale è il conflitto di fatto tra due mondi, il primo è il mondo delle multinazionali, corporate e delle grandi imprese, il secondo è quello delle small and medium enterprises, piccole e medie imprese. Questo conflitto latente non è particolarmente noto.

Il fatto è che le scelte di politica macroeconomia vengono scelte da un oscuro funzionario europeo che risponde ad interessi speculativi enormi dirottando risorse verso il digitale e l’ambiente, cioè verso un certo tipo di green. Parlate di automobili green: dovete rendervi conto che con i prezzi dell’energia dei prossimi anni, un’automobile costerà come una Porsche a combustione tradizionale.

Stiamo andando verso un mondo alla rovescia dove ci fanno apparire il green, l’innovazione, come se fossero il modo di salvare la gente, ma la gente sta morendo di fame e questo perché stiamo andando verso un mondo digitale nel quale si pensa di poter vivere di virtualità, di moneta digitale e non si investe più nel reale, nella piccola impresa, in ciò che ha fatto grande il sistema italiano.

Quando faccio questi discorso vengo accusato di essere un demodé, un antico, un retrogrado, io sono un anziano piemontese nato nel secolo scorso per di più di origine popolane e contadine alle quali sono affezionato.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi