Un appello – l’ennesimo – ai non vaccinati, una rassicurazione – non l’ultima – sul mantenimento della didattica in presenza. E poi fiumi di parole sulle terapie intensive e sui numeri, snocciolati sempre con grande pathos: la conferenza del premier Draghi a 5 giorni da un decreto che introduce nuove restrizioni per vaccinati e non (di diversa entità) è stata, almeno dal punto di vista non verbale, meno sicura rispetto agli standard dell’ex presidente BCE. Non è mancata, come di consueto, la stoccata a chi sceglie di non vaccinarsi: “Gran parte dei problemi dipende da loro”, dice il premier confermando quella che per l’editorialista de La Verità Fabio Dragoni è una retorica insopportabile.
Sebbene numeri bolscevichi di insegnanti si siano inoculati regolarmente e chi manca di prima dose non abbia vita pubblica senza fare il tampone (da oggi anche meno) continua la prosopopea su chi non può pensarla diversamente del proprio corpo: retorica carente anche dal punto di vista statistico, come ricorda Dragoni a Lavori in Corso. Ecco il suo commento da Stefano Molinari.

Direi molto poco coraggioso. Un presidente della Repubblica che non c’è più avrebbe detto vile, io dico molto poco coraggioso perché innanzitutto parla a 5 giorni di distanza dall’approvazione di uno dei decreti più invasivi nella vita delle persone. molto poco coraggioso anche nel contenuto, perché sostanzialmente ha esordito dicendo che hanno fatto il massimo e che se sono in difficoltà è colpa di chi non si è vaccinato: io questa retorica francamente non la posso sentire, è insopportabile. Fossimo l’ultimo paese al mondo per vaccinazioni potrei capire, ma così non è. Se noi ci confrontiamo con la Gran Bretagna hanno meno morti di noi e i nostri stessi vaccinati. Bastano questi semplici parametri per dire che la realtà non si può leggere e ricondurre solo ed esclusivamente alla vaccinazione.
Permettetemi una battuta, perché dopo 24 mesi comincio ad averne i testicoli pieni: dire che è una grande dimostrazione di civiltà imporre un obbligo a me sembra un’aberrazione.

Io sono un genitore, dopo il primo giorno di scuola torno e scopro che mia figlia ha fatto lezione in un’aula con le finestre aperte e stasera ha il mal di gola.
Sono mesi che diciamo: “Signori, mentre voi state a rincorrere i non vaccinati che noi dobbiamo necessariamente accettare, perché così funziona in una civiltà, ci sono altre cose da fare: i trasporti, la ventilazione, i sistemi di areazione forzata, i tamponi salivari, l’uso massivo”. Tutte cose che non sono state fatte. Draghi dice che bisogna tenere la scuola aperta, bravissimo, peccato che tu non abbia fatto assolutamente nulla.
Lo dicevo stamattina in trasmissione: noi abbiamo il 100% degli insegnanti vaccinati e ora dibattiamo sulla chiusura delle scuole? A che gioco giochiamo?
C’è una parte di paese che si è un po’ affezionata a queste misure, e guarda caso è quella parte di paese che ha lo stipendio garantito.
Lui richiama in più di un’occasione all’unità: hai più coraggio che anima. Hai approvato provvedimenti che hanno diviso e lacerato il paese e mi vieni a parlare di unità?