Poche sono state le certezze sin dai primi colpi inferti dal Covid all’intero pianeta. I dati che sono emersi già a partire dai primi mesi dal 2020 hanno consentito di far tirare un sospiro di sollievo ai più giovani, i quali hanno poco da temere di questa infezione. Possono comunque contagiare le persone più fragili, magari anche all’interno delle proprie mura domestiche, si è detto dalle parti di chi ci tiene a mantenere alta l’asticella dell’apprensione. Vero. Ma il rischio è davvero commisurato ai danni che le generazioni future hanno già incassato a causa di privazioni fondamentali per il loro sviluppo? E cosa ne è degli effetti che il combinato disposto di lockdown, distanziamento sociale, mascherine, tamponi a gogò, terrore generalizzato avranno sulla loro crescita?

Se si parla di effetti, inoltre, un capitolo a parte merita la questione vaccinale. Che i sieri non eliminino la possibilità di trasmettere il virus è ormai un dato di fatto. E proprio quando anche il mainstream ha cominciato a rendersene conto è subentrata la novità paradossale: inoculare i bambini per proteggerli da qualcosa che non li fa ammalare in maniera grave. Pazienza per i danni incalcolabili (nel senso che non si può avere davanti il quadro delle conseguenze di lungo periodo).

Sul tema dei minori danneggiati dalle restrizioni e spinti alla vaccinazione è intervenuto in diretta l’avvocato Erich Grimaldi dell’Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà. Ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich il legale ha rivelato una vicenda familiare che dimostra il livello di preoccupazione ingiustificata prodotto nei bambini. Ecco il racconto a Un Giorno Speciale.