Potrebbe andare peggio. Ma peggio di così la Juventus non può giocare e dunque perde contro l’Atalanta alla quale è bastata una prestazione ordinaria, lineare, di nessuna sofferenza contro un avversario ridicolo e indecente. È un momentaccio per i bianconeri, Allegri è uscito furente dal campo ma dovrebbe guardarsi allo specchio e chiedere scusa. Sarà uno tormento lungo quello che attende il popolo bianconero che ha riproposto i fischi dei tempi peggiori. Lungo tormento perché il contratto di Allegri prevede scadenza nel 2025 e le casse del club sono vuote, alle prese con le ultime vicende giudiziarie, dunque una situazione da esaurimento nervoso.

Il gol feroce di Zapata, su una dei mille passaggi arretrati, nell’occasione di Morata, ha riassunto la vittoria della squadra di Gasperini che ha idee e potenza fisica, tutto ciò che la Juventus ha smarrito, forse perduto definitivamente per i limiti di alcuni giocatori e la cecità dello staff tecnico che ha mandato dentro tutte le punte a disposizione, con grave ritardo però i due ragazzi Kean e Kaio Jorge, mentre Morata ha messo pure il muso, non il corto muso ma proprio il broncio capriccioso per la sostituzione. Juventus alla deriva, imbarazzante, sconclusionata, impaurita in difesa, slegata in mezzo al campo, evanescente in attacco là dove Dybala è un trottolino amoroso ma per niente divertente, pure sfigato con la traversa alta nel finale. Ripeto: la Juventus non ha i requisiti per aspirare a un posto in champions, farà fatica a restare a galla, a meno che la proprietà non intervenga decisamente, sia sulla dirigenza sia sul tecnico, con un sacrificio economico pauroso. Non ci sono alternative se non lo strazio di un gruppo che non è più squadra e di una squadra che non è più tale. La Juventus fa notizia sempre, il suo tramonto era prevedibile e previsto. Come nelle migliori commedie, si replica.

Tony Damascelli