La Roma e le sue incognite. Mourinho e i suoi fedelissimi. ‘A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca‘. La celebre perla di Andreotti calza a pennello con le questioni dibattute in casa giallorossa.

La critica pone l’attenzione sulle scelte del tecnico portoghese. Lo Special One sembra aver scelto il suo undici ideale da mettere in campo, con l’aggiunta di un paio di pedine alternative al massimo, dimenticando totalmente il resto della rosa capitolina. Da Villar a Mayoral passando per Diawara e Kumbulla.

Lo stesso Mourinho, nel corso delle conferenze stampa pre e post partita, lascia trapelare una certa insoddisfazione dell’organico a disposizione. In questo senso la dirigenza è chiaramente avvisata.

Le scelte di Mourinho al vaglio dei nostri opinionisti

Luigi Ferrajolo

Secondo me puntare su una formazione fissa e basta è sbagliato. Al di là delle scelte tecniche che giustamente un allenatore fa, non bisogna mai lasciare indietro gli altri perché ti serviranno. Non è immaginabile che la Roma possa affrontare tutta la stagione con 12 o 13 giocatori. Gli altri, a mio parere, non sono poi così male ma, escludendoli sempre, li mortifichi. L’allenatore bravo tiene tutti sulla nave lungo il viaggio.

Tony Damascelli

Ricordiamo quello che Mourinho fece con Eriksen ai tempi del Tottenham. Fece la stessa cosa anche con Danny Rose quando subentrò a Pochettino. In base alla sua teoria o tattica il gruppo titolare è questo, con 2-3 riserve, e da lì non ci si muove. Il discorso è uguale anche per altri allenatori. Basti pensare alla questione Hysaj con Sarri. Mourinho era così in Inghilterra e pure con l’Inter.

Alessandro Vocalelli

Questo ormai è un fatto oggettivo. In questo momento Mourinho ha diviso gli 11-12 titolari dai 6-7 che non servono. La domanda è: perché lo fa? Le spiegazioni sono tante. Il mister è talmente intelligente da capire, prima o poi, che in questo modo blinda i titolarissimi ma il resto del gruppo rischia di perderlo per strada. Potrebbe anche utilizzare questo modo di operare come scusante per un rendimento ancora non brillantissimo. In terzo luogo lui potrebbe mettere la società nelle condizioni di dover necessariamente acquistare durante il mercato di gennaio. Delle tre spiegazioni ognuno può scegliere quella che vuole.

Gianluca Lengua

Il parallelo tra Mourinho e Fonseca va fatto con il primo anno dell’ex mister giallorosso nella Capitale. Perché Fonseca è arrivato in una situazione disastrosa. Ricorderete l’esonero di Di Francesco e l’arrivo di Ranieri, senza dimenticare la conferenza stampa micidiale di Totti. Io farei il paragone tra quella prima stagione e quella odierna di Mourinho in cui l’ex Inter ha ripreso delle macerie con la Roma che arriva dal settimo posto del campionato scorso. Detto questo non farei nessun parallelo tra i due, visto che ci sono 20 categorie di differenza. Lui usa i 13-14 titolari perché, sempre seconodo la sua visione, gli altri non hanno le qualità adatte per giocare nella Roma.