In questi primi due mesi della stagione, assistere a una partita del Napoli è equivalso a godersi uno spettacolo teatrale, del quale si poteva non conoscere l’esatta trama (partita da rimontare, semplice goleada, partita difficile da sbloccare, partita in totale controllo) ma del quale si aveva sempre la chiara percezione di quale sarebbe stato il finale, senza alcuna sorpresa: la vittoria azzurra.

Il copione della serata di Europa League contro il Legia Varsavia è stato quello di un Napoli travolgente fin dal primo minuto ma capace di segnare solo a un quarto d’ora dalla fine, prima di dilagare andando a chiudere con il 3-0 finale. Un qualcosa che ha ricordato da vicino quanto fatto due sere fa dal Bayern Monaco in Champions League (dominante… ma fermo sullo 0-0 fino al 70’ sul campo del Benfica prima di chiudere il match sullo 0-4).

Anche dal punto di vista tattico il Napoli ha cambiato molte volte lo spartito (anche più volte all’interno della stessa gara).

Ciò è stato possibile grazie alla maestrìa del “regista” presente sulla panchina, che riesce sempre a far rendere al meglio, a seconda dei momenti, tutti gli attori a sua disposizione, e che soprattutto riesce a far brillare le sue numerosissime prime donne.

La vera forza di questo Napoli sta infatti tutta nella profondità della sua rosa (e nell’abilità di sfruttarla).

Pensare che oggi le seconde linee schierate in campo rispondevano al nome di Mertens, Lozano, Demme, Elmas, Manolas, Meret (tutta gente, per capirci, che molto probabilmente nel big match di campionato contro la Roma di domenica prossima non scenderà in campo da titolare) rende forse l’idea di che potenzialità abbia questa squadra anche nel lungo periodo.

La strameritata larga vittoria (con 3 fantastici gol firmati da Insigne, Osimhen e Politano) rimette in corsa gli azzurri per la qualificazione al prossimo turno di Europa League e mantiene la serenità necessaria per preparare al meglio la delicatissima prossima sfida di campionato.

Sfida che aveva già, di suo, svariati motivi per essere ritenuta pericolosa (dalla forza dell’avversario, all’ambiente ostile, alla voglia di rivalsa del tifo giallorosso contro Spalletti, dalle capacità istrioniche di Mourinho), ma che da stasera ne ha uno in più: la necessità assoluta che la Roma avrà di dovere cancellare la figuraccia rimediata nella trasferta norvegese di Conference League, nella quale i giallorossi sono stati travolti per 6-1 dai semisconosciuti avversari del Bodo Glimt.

Vittorio de Gaetano