Chi ha capito le subdole strategie che dal Governo stanno usando per portare avanti gli interessi delle grandi multinazionali del farmaco e delle grandi lobby ad esse collegate ha il dovere di denunciarle. E non c’è bisogno di essere no-vax per farlo, basta essere intellettualmente onesti per capire quando quel vaccino viene usato in maniera strumentale senza alcuna ragione scientifica o di interesse pubblico, proprio come il caso che intendo trattare oggi, ossia la vaccinazione sui bambini al di sotto degli 11 anni.

Partiamo dall’antefatto: la Pfizer e la BioNTech ieri hanno annunciato il buon esito dei loro studi clinici su un campione di bimbi tra i 5 e gli 11 anni. L’oste, in pratica, ci sta dicendo che il proprio vino è buono.
Un campione troppo esiguo!” gridano molti degli esperti, ma questo è un altro discorso su cui ora non entro nel merito.
Bene, secondo le società produttrici invece il vaccino risulterebbe sicuro e ben tollerato, si starebbero difatti preparando a chiedere l’approvazione per l’uso anche in quella fascia d’età. “Al mio via scatenate l’inferno”, verrebbe da dire: questo è proprio il segnale che il Governo e i media aspettavano dalle farmaceutiche per passare all’attacco, prospettando l’inferno della DAD ai genitori dei bambini della scuola dell’infanzia.

Domanda: cosa accade a questi bambini dai 5 agli 11 anni che si contagiano?

Nel 99,99% dei casi, assolutamente nulla. La maggior parte non se ne accorge nemmeno.
Ma allora perché vaccinarli? Semplice, perché ce li hanno sempre descritti come gli untori, gli sterminatori dei nonni quando tornano a casa dalla scuola.
Dettaglio: oggi quei nonni sono vaccinati con doppia dose (qualcuno forse anche terza), hanno il Green pass, possono muoversi ovunque nei luoghi chiusi. Perché dunque il pericolo dovrebbe venire dai nipotini non vaccinati?
Se quello che raccontano su vaccino e Green pass fosse vero, quei nonni non correrebbero alcun pericolo. Ma il Governo, per portare avanti i grandi interessi, ha bisogno che la botte sia piena e la moglie ubriaca.

Cadono le maschere con una semplice domanda

Da una parte quindi ci stanno facendo credere che i bambini dell’infanzia rischiano la DAD perché aumentano i contagi in quella fascia d’età (ovviamente perché non vaccinati), ma dall’altra parte ci raccontano che chiunque abbia fatto la doppia dose di vaccino può dormire sonni tranquilli, perché qualora incontrasse un positivo non rischierebbe di finire in ospedale.
Se allora provi a chiedere perché vacciniamo i più piccoli con tutti i rischi che questo comporta, premettendo che sono sempre asintomatici o comunque mai gravi e che i loro nonni sono vaccinati (quindi al sicuro, no?), ecco che il meccanismo della becera propaganda al servizio dei grandi interessi si inceppa e la maschera cade.

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