La situazione intorno alle cure domiciliari per il Covid-19 sembra essere fatta su misura per un celebre passo del “Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sempre adeguato quando si tratta di descrivere il nostro Paese: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. In effetti sul fronte delle terapie precoci in risposta all’emergenza sanitaria sono cambiati protocolli ministeriali, pareri scientifici, posizioni politiche, ma ancora persiste quell’aria di diffidenza come se fosse il primo giorno.

Con l’arrivo del vaccino, presentato e glorificato come unica soluzione possibile, lo scenario è andato peggiorando. A nulla servono le evidenze scientifiche di farmaci come l’Ivermectina e l’Idrossiclorochina, di fronte alla potenza di fuoco delle terapie prodotte da aziende del calibro di Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson. Così le cure sono andate sempre più nell’ombra.

“Purtroppo di cure si parla sempre poco“, ha confermato in diretta con Fabio Duranti la giornalista Angela Camuso, che nell’ultima stagione televisiva di “Fuori dal Coro” ha documentato da inviata “chi è guarito, chi è morto per la vigile attesa con la tachipirina, storie agghiaccianti di abbandoni di malati, violazioni sistematiche dei diritti umani che sono avvenute sotto l’ombrello dei protocolli ministeriali”.

Ecco l’intervento di Angela Camuso a Un Giorno Speciale.

“Io ho documentato una realtà empirica, clinica. Il fatto che il Covid è una malattia curabile, a patto che venga curata immediatamente. Tutto ciò è documentato, ci sono nuovi studi, sono state perfezionate alcune terapie, ci sono medicinali estremamente efficaci, sulle cure la ricerca medico-scientifica e l’applicazione clinica è andata molto avanti. Purtroppo di cure si parla sempre poco. Ho documentato chi è guarito, chi è morto per la vigile attesa con la tachipirina. Ho documentato storie agghiaccianti di abbandoni di malati, violazioni sistematiche dei diritti umani che sono avvenute sotto l’ombrello dei protocolli ministeriali. Se si fosse trattato di singoli casi di malasanità ne parleremo in un altro modo. Purtroppo, invece, tutto ciò è stato frutto di indicazioni arrivate dall’alto: ‘il Covid non si può curare, non dovete curarlo e dovete aspettare’. In questo modo abbiamo provocato decine di migliaia di morti, di persone che hanno aspettato a casa fino a quando non respiravano più.

Volevo sottolineare che questi medici sono professori universitari, ricercatori, personaggi che sono nel gotha della medicina come il professore Capucci, Garavelli, Cavanna, primari ospedalieri come la dottoressa Ricciardi del policlinico di Pisa, il farmacologo Sestili. La cosa incredibile è che a fronte di uno Stato che ha detto per un anno e mezzo che tutelava la nostra salute, abbiamo la realtà di uno Stato che ha provocato le morti negando le cure. Perché sono state negate le cure? Sappiamo che se c’è una cura non può essere approvato in via sperimentale un vaccino. La violenza che è stata fatta nel negare le cure risponde alla violenza che stiamo subendo con la questione del Green Pass così fatto. Il vaccino non ha nulla a che fare con il blocco del contagio. Il vaccino viene fatto per se stessi. Se volete fare il Pass, io lo accetto ma il Pass vuol dire tamponi per tutti. Visto che il vaccinato può contagiare, non capisco perché un non vaccinato deve rischiare di prendere il Covid con il vaccinato che non si è tamponato”.